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mercoledì 15 gennaio 2025

AUGURI A ME

di Gianluca Pepe

E così un giorno dopo l’altro, sono arrivato anch’io a questo traguardo: i fatidici 40! Tutti dicono che i 40 sono i nuovi 20, che a 40 anni si ringiovanisce, che ricomincia la vita il divertimento. Sarà vero? Il mio fisico dice altro…

Facendo un bilancio su questi primi 40 anni posso dire che fortunatamente ho vissuto i mitici anni ‘90, come si dice: "si stava meglio quando si stava peggio.” Ho potuto godermi la semplicità delle cose, la bellezza di tirare 4 calci ad un pallone con gli amici quando nel calcio c’erano le vere bandiere; ho potuto conoscere giochi come: lo schiaffo del soldato, un due tre non passa neanche una foglia, rialzo, guardie e ladri, alla televisione davano: Dragon Ball, Holly e Beji, Mila e Sciro, 8 Sotto un tetto, Dawson Creek, Happy Days, e come musica ascoltavo: 883, Laura Pausini, Eros Ramazzotti, i Backstreet Boys, le Spice Girls…. e a Sanremo c’erano cantati come: Albano, Nino D’Angelo, Anna Oxa, Caterina Caselli, Gianluca Grignani, Alex Britti, Mango, Mino Reitano, Ricchi e Poveri, Toto Cotugno…. Le prime fidanzatine quando uscivi di casa andavi alla cabina telefonica e cercavi di riassumere tutta la conversazione in 50 centesimi o 1000 lire di scheda telefonica, perché a casa c’era il telefono col filo ma volevi la tua privacy e le bollette erano salate; finite le scuole dell’obbligo dove i professori venivano rispettati e amati (ricordo il Trio delle Meraviglie: professoressa di educazione fisica, professore di italiano e professoressa di Tecnica; le scelte erano solo due, se eri fortunato di avere la voglia di studiare, andavi avanti a fare le scuole, altrimenti ti dovevi rimboccare le maniche e andare a lavorare, io ovviamente la seconda scelta.

Poi l’arrivo di una nuova era, i primi telefonini, la Plaly Station, i motorini, il computer portatile, e così via fino ad arrivare ai giorni nostri, all’anno del giubileo 2025. 

Cresci, gli anni passano, ti sposi e metti su famiglia, 21 anni con la stessa ragazza diventata tua moglie, madre dei tuoi figli. Non è stato facile, ma come si dice: l’amore non è bello se non è litigarello. Il segreto? Tanta pazienzarlare e confrontarsi molto, abbracciarsi e prendersi del tempo per sè, per la propria famiglia, stare uniti e vicini qualsiasi cosa accada.

Che dire… arrivi a questi 40 e devi solo ringraziare, ringraziare per ciò che ho vissuto fino ad ora e per come l’ho vissuto. Grazie per gli amici, pochi ma buoni, grazie per i miei suoceri, grazie perché ho una moglie splendida che non cambierei mai con nessun altra e un figlio unico, che mi regala ogni giorno amore e gioia ma soprattutto tanti sorrisi. Sono molto fiero della famiglia che ho.

E come regalo per questi 40 anni? Bhe il sogno era andare alle Maldive, però questo sogno lo spostiamo ai 45 perché per questi 40 anni mi farò due regali più belli, una casetta nuova e l’arrivo a maggio del piccolo Edoardo, e penso che non ci sia regalo più bello di questo. Nulla è più importante per me che la propria famiglia, di stare bene insieme e di amarsi.

Se dovessi concludere scegliendo una canzone per racchiudere questi 40 anni la canzone perfetta è quella di Gabri Ponte: “Ma che ne sanno i 2000”.

Auguri a Me!


giovedì 12 settembre 2024

 

AMORE A PRIMA VISTA

di Gianluca Pepe


Viareggio città di 60710 abitati, conosciuta soprattutto per il suo Carnevale. Infatti qui sono nati i più famosi Carristi di tutti i tempi, con il Burlamacco maschera simbolo di questa città che si riempie di turismo ogni anno, per vedere questi carri enormi e altissimi di Cartapesta sfilare per il corso. Pensate che quando c’è il carnevale molte attività si fermano per festeggiare questa manifestazione, descriverla a parole è praticamente impossibile. Se non avete mai vissuto il carnevale qui, bhe è un’esperienza che dovete fare per forza, soprattutto se avete dei bambini.

Viareggio: città sottovalutata per trascorrere le vacanze estive, sì perché quando chiedi: dove vai quest’estate a fare le vacanze? Tutti, ti rispondono Misano, Rimini, Riccione, Cattolica o Bellaria “ perché c’è tutto: vita, divertimento, attrezzatissima per famiglie e bambini. E tu?” Quando rispondo Viareggio mi chiedono cosa ci sia a Viareggio… Partendo dal fatto che il mare è un po’ meglio di quello della Riviera Romagnola, qui puoi trovare un clima familiare, con stabilimenti balneari che non guardano al busisnes, l’importante non è guadagnare ma vedere che sei felice. La bellissima Pineta, attrezzata con chioschi per noleggiare: bici, motorino, risció; baretti e ristoranti, teatro per spettacoli, ma soprattutto piena di giochi per i bambini e famiglie. Sulla lunga passeggiata ogni tipo di negozio, bar, ristorante, pub dove bere un ottimo cocktail. Percorrendo qualche chilometro in macchina puoi anche trovare spiagge Caraibiche chiamate le Maldive della Toscana, a piedi invece passando per il molo arrivi alla Darsena dove trovi acqua splendida e cristallina. A pochi chilometri c’è Forte dei Marm.

 Viareggio l’ho conosciuto nel 2019 ed è stato amore a prima vista, mi piace molto scendere al mare alle prime luci del mattino quando ancora non c’è nessuno, sentire i gabbiani e le onde del mare, per tuffarmi poi nell’acqua ancora fresca e lasciarmi trasportare con la mente in sogni e progetti.

Guardando il molo trovi due scritte ”Viareggio è il Carnevale”, l’altra “ Viareggio in te sono nato e in te spero di morire”... Il mio sogno prima o poi è di riuscire a comprare una casina qui per trasferirmici a vivere e poter dire anche io, in versione napoletana: Spero 'e murì ccà."




martedì 2 luglio 2024

20 ANNI IN UNA CANZONE


di Gianluca Pepe

Katia Follesa pochi mesi fa ha dichiarato che la sua storia era giunta alla fine dicendo che dopo 20 anni l’amore finisce… e come lei ha fatto tanti altri come Paolo Bonolis con Sonia Bruganelli, Francesco Totti e Ilari Blasi, Claudio Amendola e Francesca Neri; solo per citarne alcuni ma la lista sarebbe lunga. E lì ti fai delle domande: ti chiedi se è colpa della tv, dell’essere famosi, dello stress lavorativo, dei riflettori o del dover sempre stare al centro dell’attenzione, come mai oggi si lasciano anche persone comuni dopo pochi mesi, o pochi anni, dopo le prime difficoltà cedono, si tirano indietro, si lasciano? Perché oggi le storie come quella con mia moglie, insieme da 20 anni sorpassati settimana scorsa, sono poche?

Ci siamo conosciuti nell’estate del 2004, io per lei ero il primo amore, lei aveva 14 anni, era già bellissima ma forse ancora troppo ingenua, lei per me all’inizio era  una delle tante; io avevo 19 anni e forse ero troppo farfallone. Tutto nacque per gioco come le tipiche cottarelle estive... come dice Max Pezzali nella canzone Come mai “e all’improvviso sei arrivata tu”.

La vita ci ha regalato gioie ed emozioni ma anche dolori: la perdita dei suoi nonni -un punto di riferimento per lei-, la perdita dei miei zii -che sono stati due genitori per me-, quella di mio padre -vissuto poco ma con tanto amore, destabilizzandomi un po’ facendomi perdere quasi la strada-, ma come dice Fiorella Mannoia “la vita è perfetta, se cadi ti aspetta”. Quindi ci siamo rialzati e siamo ripartiti, abbiamo iniziato a progettare il futuro: la convivenza difficilissima all’inizio (io ordinato, preciso, maniacale; lei un tornado!), perdere una bambina al sesto mese due settimane prima del nostro matrimonio, facendoci forza e andando avanti, l’altare, le promesse, poi si sa dopo la tempesta splende sempre il sole, arriva Riky, e come dice J-AX nella canzone: Tutto tua madre “tu hai rotto il sortilegio perché sei una magia”. Con l’arrivo di un bambino impari tantissime cose ma soprattutto inizia a vedere la vita con altri occhi, e impari a “vivere a colori” come dice Alessandra Amoroso.

Passano gli anni procedi a vele spiegate: la radio, le amicizie che cambiano, come dice Jack La Furia in Gli anni d’oro “qualche amico l’ho lasciato per la strada e qualcun altro è morto” come il gigante buono, Alberto Mariotti, conosciuto un anno in vacanza e subito entrato nel cuore.

Quando sembra andare tutto bene la vita ti mette alla prova con la perdita di altri due figli, di nuovo per terra. Li puoi scegliere due strade o rimani per terra e non ti rialzarti più, oppure come dice Max Pezzali “me la caverò, proprio come ho sempre fatto con le gambe ammortizzando poi mi rialzerò ammaccato non distrutto…” Tenendoti per mano e senza dire è colpa mia è colpa tua, ti guardi e le dici; ce la faremo come sempre, lei ti guarda con quegli occhi pieni d’amore e ti dice ci riproveremo arriverà il secondo figlio. Proprio come dice Anto Paga nella sua canzone Ti proteggerò “per te andrei contro il mondo lo sai, solo per vederti più felice….” Li capisci che siete dei combattenti che in questo amore c’è
una forza immensa, forse anche un po’ di pazzia. È lì che come dice la canzone di Gigi Finizio Amore amaro “amore mio che potrà fermare solo Dio”.

Raccontare questi 20 in un video, o con delle foto o con delle parole o in un articolo è impossibile, solo noi che abbiamo vissuto tutti questi 20 anni possiamo capire… però c’è una canzone, la nostra canzone di Dj Matrix Sei la mia vita che racchiude in ogni singola parola questi 20 anni. E se questo amore veramente lo può fermare solo Dio, allora preferisco avere amore e morire ricco, che avere i soldi e morire povero! 

mercoledì 1 novembre 2023

Festa di tutti  i Santi

Un altro anno sta scorrendo così velocemente che non fai neanche in tempo a girarti, che siamo già al 1 Novembre, la festa di tutti i Santi. 

E’ li che ti viene una domanda spontanea.

Perchè la maggior parte delle persone si ricorda dei propri cari solo in quel giorno? 

La festa dei Santi è diventata ormai un business mediatico come tante altre feste: il Natale, San Valentino, la Pasqua; solo ed esclusivamente per fare cassa e guadagnare soldi. Dimenticandoci che in quella festa dobbiamo ricordare persone che ci hanno amato, persone con cui abbiamo vissuto le nostre giornate; persone che diciamo di amare e voler bene. 

 Per questo motivo io il giorno dei Santi, non faccio il consueto giro dei cimiteri, accendo un lumino in casa mi prendo del tempo, per pregare, e ripensare al mio bagaglio vissuto fino ad oggi. 

Molte volte mi capita di ricordare di più a mio papà, o magari di postare sui social più foto con lui che con i miei zii, essendo cresciuto con  loro. Da fuori potrà sembrare strano, molti invece pensano che mi sia dimenticato di loro; ma la verità è che il mio amore per loro è praticamente uguale. 

La differenza sta nel fatto che i miei zii, mi hanno cresciuto come un padre e una madre, insegnandomi il rispetto, l’educazione, sgridandomi quando era il caso facendomi diventare il ragazzo che sono oggi; vivendo con loro praticamente sempre. Con mio padre invece non ho avuto tutta questa fortuna, ci sentivamo per telefono, lo vedevo solo nelle feste, e qualche volta che mi veniva a trovare. 

Quando sono cresciuto e finalmente stavamo recuperando il tempo perso, la vita ha deciso che ci dovevamo salutare! 

Quante volte avrei voluto un suo abbraccio, quante volte vorrei sentire che lui è al mio fianco, o che andrà tutto bene, quante cose avrei voluto dirgli cose che non gli ho mai detto. Forse è proprio perchè non ho potuto fare tutto ciò che ricordo di più lui, perchè ho pochi momenti vissuti da poter ricordare. 

E come dice una famosa canzone di Gianluca Grignani: un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo…….  ma più mi guardo in giro più vedo che, c’è un mondo che va avanti anche se; se tu non ci sei più!




martedì 28 aprile 2020


PURO AMORE

di Gianluca Pepe


Più ti guardo e più non mi sembra vero, mi sembra ancora tutto un sogno… eppure sei qui con noi già da un mese!
Il 28 marzo sei arrivato tu… pensa che nella mia testa aspettavo questo giorno da anni, e ripensandoci ti confido che all’inizio avevo centinaia di paure, migliaia di domande, milioni di dubbi e infinite domande… “Sarò capace d’essere padre? Sarò capace di cambiargli un pannolino? Riuscirò a prenderlo in braccio senza romperlo? Sarò in grado di prendermi cura di lui?” Poi vederti venire al mondo è stato il regalo più bello che potessi ricevere. In quel momento le paure, le domande, i dubbi sono sparite solamente guardandoti e si sono trasformate in amore: è in quel momento che ho capito che finalmente ho trovato l’ultimo pezzo del puzzle della mia vita che non riuscivo a finire e ora che è finito lo posso guardare in tutto il suo splendore.
So che siamo solo all’inizio, che dovranno arrivare altre notti insonnie a cullarti, o che dovrò capire dai tuoi pianti di cosa hai bisogno in quel momento, so che non sarà facile! Ma vedi, Riki, la vita è bella proprio per questo, perché tutto quello che abbiamo, tutto quello che vogliamo, dobbiamo guadagnarcelo giorno dopo giorno, con fatica superando anche qualche ostacolo, che lascerà sicuramente qualche segno nel nostro cammino, qualche ferita che sarà difficile da guarire e qualche cicatrice che non si rimarginerà; ma sicuramente ci farà crescere, ci farà maturare e ci farà diventare grandi.
Ma voglio che tu sappia che in tutto il tuo percorso, il tuo papà sarà sempre al tuo fianco. Quando io e la tua mamma ci siamo sposati ci siamo fatti una promessa, la stessa promessa che io oggi voglio fare a te: qualsiasi cosa accadrà, qualsiasi ostacolo ci sarà nella nostra vita, salteremo sempre insieme tutti e tre, e se cadremo ci rialzeremo insieme facendoci forza l’un l’altro perchè siamo una famiglia!
Il tuo papà

giovedì 16 gennaio 2020


UN ANNO IN PIÙ

di Gianluca Pepe

 E poi puntuale come ogni anno, quel giorno arriva… la mattina del tuo compleanno appena apri gli occhi il primo pensiero va subito a quelle persone che non ci sono più, ma che per la tua vita sono state importantissime e la loro perdita ha lasciato nel tuo cuore una cicatrice che non si rimarginerà mai. Quelle persone hanno dato la vita per te, quelle persone che sono state un esempio, quelle persone che ti hanno fatto crescere e diventare il ragazzo che sei oggi; quella bambina che desideravi più di qualsiasi altra cosa, ma che il Signore ha voluto diventasse un angioletto per vegliare nel tuo cammino -la baby- ma che non scorderai mai.
Ascoltando la canzone di Gianluca Grignani “Destinazione Paradiso” che capisci che la vita è come un viaggio, ha senso solo se non ha ritorno; quando dice che c’è un mondo che va avanti anche se tu non ci sei più!
La bellezza della vita è proprio questa, va vissuta giorno per giorno senza rimpianti perché volente o nolente un giorno prima o poi tutto questo finirà e non potrai farci ritorno!

Ti alzi  ti prepari per andare al lavoro e capisci che sarà un giorno speciale, quel giorno tutti si ricordano di te, il telefono non smette di vibrare per i tanti messaggi di auguri… Whatsapp intasato, Facebook pieno di notifiche, e tu, nella tua testa, rivivi i 35 anni della tua vita: gioie, dolori, pianti, ostacoli, ma anche traguardi raggiunti e sogni che hai nel cassetto e vorresti realizzare.

Da piccolo ti chiedevano sempre quale lavoro avresti voluto fare da grande e al 99% un maschio rispondeva il calciatore… fino al giorno in cui quella domanda te la fai da solo e finalmente riesci a trovare quella risposta che per anni hai cercato: da grande mi piacerebbe avere uno stabilimento balneare tutto mio, o un posto vacanze da gestire, perché penso non ci sia nulla di più bello, che conoscere tante persone, vederle arrivare col sorriso ed essere capace di farle ripartire con la nostalgia che la vacanza sia finita, con l’augurio di rivederle l’anno successivo perché si sono trovate a casa come in una grande famiglia.

E ripensando alla tua famiglia d’origine rifletti su quanto tempo perso a litigare per banalità e per incomprensioni per colpa di altri. Cercando così di rimediare e riallacciare rapporti che pensavi persi.

In quel momento ti rendi conto che compiere gli anni, non vuol dire diventare vecchi, ma vuol dire maturare! E quando tua moglie ti chiede che cosa vorresti di regalo, capisci che tu in realtà sei a posto così perché non sono le cose materiali che fanno la felicità, ma sono le cose concrete, le persone che ti circondano a regalarti la vera felicità: una moglie bellissima pronta a gettarsi nelle fiamme per te, dei suoceri che non cambieresti con nessuno al mondo, una famiglia d’origine che, anche se chilo metricamente è lontana, è più vicina di quanto tu possa immaginare, e il regalo più bello: l’arrivo di un bambino che ti cambierà la vita.
Ecco cosa vuol dire compiere gli anni!

martedì 3 dicembre 2019

DA CENT’ANNI IL FASCINO DELLA RADIO CONTINUA…


di Valentina Bottini



Già alla fine dell’Ottocento Guglielmo Marconi era impegnato in esperimenti sulla trasmissione di suoni a distanze sempre maggiore e nella ricerca di finanziamenti per i suoi studi sulla trasmissione telegrafica senza fili. Recatosi a Londra riesce a  brevettare le sue invenzioni tra cui, il 2 giugno 1896, il brevetto per la radio. Ma la paternità dell’invenzione venne subito messa in dubbio poiché negli stessi anni altri studiosi stavano lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, in particolare Nikola Tesla, inventore serbo di nascita, ma cittadino statunitense: all’italiano nel 1911 venne attribuita la paternità dell’invenzione dalla High Court britannica ma nel 1943 la Corte Suprema degli Stati Uniti diede la precedenza ai brevetti di Tesla, ma solo nel territorio USA.
Negli anni '20 si avvia l’ipotesi che la radio possa essere uno strumento utile per comunicare notizie in modo unidirezionale da uno verso quante più persone possibili indipendentemente dalla loro vicinanza/lontananza: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa.

La radio, come la intendiamo oggi, nasce nel 1919 in America grazie a John Flaming ed ottiene un largo consenso e una rapida diffusione seguendo un modello “libero” affidato all'iniziativa privata. Il modello monopolistico, affidato allo Stato e quindi gestito come servizio pubblico, si diffonde invece nel vecchio continente dove è l’Inghilterra a fare da traino, proprio qui nel 1922 viene fondata la più antica radio del mondo tuttora esistente: la BBC.
In Italia  già nel 1909 ci sono i primi tentativi di telefonia circolare ma solo nel 1923 iniziarono le trasmissioni sperimentali della prima emittente italiana, il radio Araldo di Roma. Ma ancora non esistono emittenti pubbliche perchè un decreto del regime fascista stabiliva che le radiocomunicazioni fossero riservate allo Stato.

Durante il periodo fascista il centro radiofonico Roma Prato Smeraldo si trasferì al nord Italia dando il via alle  trasmissioni il 10 giugno 1944 come Radio Tevere. Le sale di registrazione erano a Milano, i programmi venivano trasmessi via cavo alla stazione trasmittente di Olgiate Olona e da qui diffusi, mentre gli uffici amministrativi erano a Busto Arsizio. Il 25 aprile 1945 la Divisione Alto Milanese occupò gli uffici bustocchi e cambiò il nome in Radio Alto Milanese; alle 22:00 del 25 aprile questa radio fu la prima ad annunciare al mondo che l'Italia era stata liberata. Il 4 maggio 1945, per ordine degli alleati, l'emittente diventò Radio Busto Arsizio e continuò la sua attività fino al 23 maggio di quell'anno, quando venne chiusa sempre per volere degli alleati.

Successivamente ci furono vari tentativi di costituire una stazione radio alternativa a quella di Stato; solo dalla fine degli anni '70 in Italia iniziarono a trasmettere diverse stazioni amatoriali attive durante il fine settimana. Questa situazione si è poi legalizzata e la radio è diventata un popolare contenitore accessibile a tutti. Negli ultimi trent’anni essa è stata  il “trampolino di lancio” per molte persone diventate poi note sia in ambito televisivo sia musicale.

Anche oggi con la vastità dei mezzi di comunicazione super-veloci e di immediata consultazione (come internet e molteplici canali televisivi) la radio mantiene il suo fascino attirando un gran numero di persone sia come ascoltatori sia come speaker. Negli ultimi anni radio e web si sono uniti dando la possibilità a chiunque di creare una propria frequenza comodamente dal divano di casa sua.

martedì 7 maggio 2019


TU SEI LA MIA VITA


di Gianluca Pepe

E poi un giorno ti svegli, ti giri e al tuo fianco hai la cosa più importante che potresti avere; guardi la tua mano sinistra e vedi la fede nuziale; è allora che capisci che il giorno più importante, il più bello della tua vita è già passato. Mesi e mesi di preparativi e in un attimo si è volatilizzato.

La guardi mentre dorme e ripensi a tutti i momenti passati; a tutte quelle volte che siete caduti ma insieme, più forti che mai vi siete rialzati. Dj Matrix in una sua canzone dice: “Scusa se sono un casino, spesso mi comporto come un ragazzino e cado sempre ma mi rialzo. Ogni giorno ho bisogno di te, penso a quello che hai passato per noi”.
Ripensi un po’ alla tua vita, alla tua infanzia che ti ha messo sempre alla prova, il dover crescere in fretta prima degli altri, al fatto di esserti dovuto sempre rimboccare le maniche senza scoraggiarti mai. Mille domande, mille dubbi, mille sogni ma anche mille certezze partite da quelle promesse fatte in Chiesa per costruire basi importanti e fondamenta forti. Non far mancare mai nulla a tua moglie e ai tuoi futuri figli: il calore e l’amore di una famiglia vera, quello che a te è sempre mancato.

Ripensi a quel giorno indimenticabile, 07-03-2019, ed ora a distanza di due mesi esatti ricordi ancora quei momenti indelebili: il panico e la tensione, quella navata corta da percorrere ma nello stesso tempo così lunga, l’arrivo della sposa che ti manda sempre in tensione, la vedi e per non cedere alle emozioni guardi quelle panche e ti rendi conto che mancano le persone più importanti, quelle che ti hanno fatto diventare il ragazzo che sei oggi… un po’ di sconforto e di tristezza ti assalgono, poi alzi lo sguardo e capisci che in realtà quelle persone non ti hanno mai abbandonato, ci sono sempre state e saranno sempre al tuo fianco. Speri che siano orgogliose di te e attendi la sposa che arriva. Emozioni indescrivibili che rimarranno impresse nella tua mente, indelebili nel tuo cuore.

Capisci che gli anni dell’adolescenza e delle bravate sono finite, ora sei marito, sarai padre, devi mettere la testa a posto… anche se a volte è difficile. Capisci che è il tempo di maturare anche se maturare non vuol dire abbandonare quel bambino che c’è in te; perchè ognuno di noi rimarrà sempre un po’ bambino dentro.

E mentre lei dorme ancora tu ti alzi e ti  prepari per una nuova giornata, per dei nuovi obiettivi da realizzare, per nuovi sogni che ti aspettano perché la vita senza sogni non  sarebbe vita.
Prendendo in prestito il pensiero di Dj Matrix “anche se ci ho messo tanto, anche se non ti avevo capita, lo sapevo che eri la mia vita e non sarebbe mai finita”.

martedì 23 aprile 2019

GIORNATA MONDIALE  DEL LIBRO: "MOTORE DI INCLUSIONE SOCIALE"



 
di Valentina Bottini


Dal 1996, facendo seguito ad una risoluzione dell’anno precedente, l’UNESCO ha istituito la Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore con il fine di promuovere i libri, i loro autori, l’arte della lettura e proteggere la proprietà intellettuale attraverso il copyright


La carta stampa è da sempre un prezioso strumento di crescita, di conoscenza, di informazione e di approfondimento culturale. La lettura ci consente di entrare in mondi e tempi diversi, immergendoci in esperienze e realtà lontane dalla nostra. Dal 1996 il 23 aprile è la data in cui in tutto il mondo ci sono numerose manifestazione ed eventi, volti a valorizzare la lettura come simbolo di progresso e di educazione civile e umana, ma anche a far riflettere sul’attuale situazione di scrittori ed editori contro la sempre maggiore pirateria.

Questa giornata ha radici spagnole in quanto nel 1926 re Alfonso XIII, appoggiando un’intuizione dello scrittore ed editore Vincent Clavel Andrés (1888-1967), decise istituire in tutta la nazione la ‘Giornata del libro spagnolo’. Inizialmente fu scelta la data del 7 ottobre, ma già dal 1931 si è spostata al 23 aprile in concomitanza con la festa di San Giorgio, patrono della Catalogna. Secondo la tradizione nel giorno di San Giorgio gli uomini regalavano una rosa alla propria donna, così mantenendo fede a questa usanza ancora oggi in Catalogna il 23 aprile i librai donano una rosa con ogni libro venduto.
L’UNESCO scelse di mantenere la data del 23 aprile per celebrare la Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore per la coincidenza in quel giorno del 1616 della morte di tre importanti personalità del mondo letterario internazionale, ovvero il drammaturgo inglese William Shakespeare, lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes e lo scrittore peruviano Garcilaso de la Vega.

Dal 2001 viene scelta una città, secondo rigidi criteri riguardanti l’offerta culturale e i progetti presentati, che per un anno ricopre la carica di capitale mondiale del libro; la prima fu Madrid e  l’unica italiana, finora, è stata Torino nel 2006. La capitale mondiale del libro scelta dall’ UNESCO per il 2019 è la città  di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, che sarà in carica dal 23 aprile 2019 al 22 aprile 2020.

La scelta della città di Sharjah è legata ad un importante progetto che prevede l’integrazione nel mondo della cultura e della lettura di tutte le fasce della società, con apposite proposte ideate per la fascia della comunità dei migranti. Irina Bokova, direttrice generale dell’ UNESCO, commentato tale scelta con le seguenti parole: Apprezzo la scelta di Sharjah come capitale mondiale del libro e gli sforzi intrapresi dalla per rendere la lettura disponibile a quante più persone possibili, in particolare le popolazioni emarginate, come motore di  inclusione sociale, creatività e dialogo».                            

Secondo la classifica della libertà di stampa nel mondo, redatta dall’organizzazione non governativa Reporters Sans Frontieres, che si riferisce ai 365 giorni precedenti quindi l’elenco pubblicato lo scorso 18 aprile di riferisce all’anno 2018, gli Emirati Arabi Uniti sono un paese con una marcata censura nei confronti della stampa, infatti in tale classifica occupano il 133° posto (su 180 paesi valutati). Ma nonostante ciò ospitare la capitale mondiale del libro è un segnale di incoraggiamento e di progresso.



sabato 9 marzo 2019


BUON COMPLEANNO BARBIE!

di  Valentina Bottini



La celebre bambola, compagna di giochi di molte generazioni di bambine e da sempre icona di stile, il 9 marzo compie 60 anni!

Era il 1959 quando a Willow, una cittadina nel Wisconsin, Ruth Handler notò che sua figlia giocando con le bambole le dava ruoli da adulti rispondendo al desiderio di tutte le bambine di essere grandi e di immaginarsi tali. Inoltre mentre suo figlio aveva giocattoli che gli permettevano di immaginarsi nei panni di vigile del fuoco,  di astronauta o di medico, la femmina poteva solo giocare a fare la mamma, senza la possibilità di calarsi in altri ruoli avendo tutte le bambole sembianze da neonato. 
Questa osservazione spinse Ruth a ideare una linea di bambole dall’aspetto adulto per la ditta di suo marito Elliot, co-fondatore della famosa casa di giocattoli Mattel. La donna, con l’aiuto dell’ingegnere Jack Ryan, prese come modello una bambola commercializzata in Germania, la Bild Lilli, e realizzò la prima Barbie.

Il 9 marzo 1959 fu presentata al New York Toy Fair la prima bambola con le sembianze di una adulta che si chiamava proprio Barbara Millicent Roberts, il nome della figlia di Ruth ed Elliot, vestita con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda.
Da allora la Barbie ha allargato la sua famiglia con  il fidanzato Ken, sorelle minori e amici; si è sperimentata in numerosi lavori e ruoli diventando una vera icona di stile e di moda e raccontando i cambiamenti culturali della società negli ultimi  60 anni. Col passare degli anni la Barbie è diventata sempre più simile alle figure umane contribuendo ad ispirare i desideri e i sogni di migliaia di bambine di tutte le età.

Ho chiesto ad alcune amiche di raccontarmi la loro esperienza facendo semplicemente la domanda: “Che cosa ha rappresentato per te la Barbie?”

Chiara: «Penso che le Barbie siano state un fulcro nella mia infanzia, insieme alle Polly. Sono state quel gioco con cui ho conosciuto la mia prima amica (una mia vicina di casa), il gioco che mi è stato regalato quando ero in ospedale, il gioco che mi ha dato sicurezza e serenità per moltissimi anni. Le barbie mi hanno permesso di crescere e coltivare la mia creatività inventando storie, modellando, insieme a mia sorella, degli abiti su misura come vere stiliste. Insomma hanno un contribuito decisamente a quello che oggi sono.»

Valentina: «Avevo tante Barbie  e tanti “accessori” sia piccoli che grandi, come 3 case, la Ferrari, i cavalli, il camper, la  piscina... Ho dei bei ricordi soprattutto perché adoravo mettere a posto le cose piccole… sai gli oggetti! Poi ho adorato quando sono uscite quelle Benetton perché ne ho potuta avere una asiatica, una africana e una con i capelli rossi.
Giocavo sia da sola sia con mia sorella.... ho un bel ricordo di quel periodo anche perchè di momenti con mia sorella ce ne sono stati pochi: per me il mondo delle Barbie è un bel ricordo di costruzione organizzazione e convivialità di un mondo da ricreare, ma poi è durato poco. Ne ho ancora molte e quando le ho rilavate e ho lavato tutto per la mia nipotina, mi sono tornati in mente i bei pomeriggi a giocare».

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