lunedì 23 settembre 2019

“DIVERSAMENTE ARMONICI, NOTE DI UGUAGLIANZA”: UN CONCERTO OSSIMORO DELLA DIVERSITÀ

di Valentina Bottini

Sabato 28 settembre, a Busto Arsizio, la Filarmonica Santa Cecilia di Sacconago ha organizzato un concerto nel quale le note musicali si fonderanno con le parole di quattro donne per portare sul palco il tema della diversità da svariati punti di vista

Quando si dice che un’orchestra produce delle suonate armoniche, in realtà di armonico c’è solo il risultato finale; solo l’insieme di più suoni diversi tra di loro, più o meno acuti e intensi, è un suono armonico e piacevole all’ascolto.
Nel preparare il mio intervento per la serata del 28 settembre mi sono chiesta come sia possibile che suoni così diversi tra di loro diano un esito così sereno come la musica, ma la domanda di base è che cosa voglia dire essere diverso… pensandoci mi sono resa conto che questo è un concetto molto soggettivo, non c’è una risposta giusta o sbagliata, non ci può essere una risposta univoca ma ogni persona ha una visione della diversità in base al proprio vissuto. Ho così deciso di chiedere aiuto ad alcuni amici facendo loro la semplice domanda: “Che cos’è la diversità per te?”
Mi sono arrivate alcune risposte molto poetiche e filosofiche come quella di Gianluca:
«La diversità é quel colore che ci permette di non avere tutto grigio»
e quella di Alba:
«Diversità è la gioia di scoprire gli altri mettendo in gioco se stessi!»
C’è chi vede la diversità come un valore aggiunto, è il caso di Isabel:
«La diversità per me è un sinonimo di bellezza, perché è solo da un punto di vista diverso che si può cogliere la somiglianza. Credo sia il valore aggiunto che tutti abbiamo, quello di essere diversi gli uni dagli altri, solo fino al punto in cui poi comunichiamo e scopriamo di essere simili. Mi piace credere che abbiamo pensieri diversi ma emozioni uguali»
e   di Mauro che addirittura la considera una ricchezza:
«La diversità è una ricchezza grazie alla quale l'essere umano può evolvere dal punto di vista culturale e sociale attraverso lo scambio di esperienze».
Daniela ed Emiliano evidenziano come dal concetto di diversità nasca quello di unicità:
«La diversità è quell' insieme di caratteristiche che ci rende "unici". Pezzi unici di quel grande Puzzle che è l'umanità».
«La frase non è mia ma rispecchia il mio pensiero: “Ogni essere umano è unico: rispettarne la diversità equivale a difendere la propria e l'altrui libertà”».
Serafino dice che la diversità fa paura ma che in essa si trova un risvolto positivo:
«la diversità spesso è qualcosa che non si conosce, che si fa fatica a capire, la si teme per via di pregiudizi radicati in noi; invece va compresa  oltre che rispettata! In fondo  è nella diversità che si trova il bello di ognuno di noi, il fatto di poter condividere  idee, passioni, pensieri  e quant’altro, ma essendo e restando sempre diversi gli uni dagli altri».
Proprio come Valentina C. che considera la diversità un’opportunità:
«Diversità è ciò che ci spaventa ma, varcato il confine dell’ignoto, ci apre le porte alla scoperta e all’arricchimento. Diversità è opportunità, che può farci stare chiusi nelle nostre “tiepide case” per paura o farci uscire a piedi scalzi nel mondo per esplorarlo con gli occhi di un bambino. Diversità è vita o terrore. A noi la scelta»
come secondo Carlo:
«La diversità è l’opportunità che Dio ci ha dato per imparare che sulla terra siamo tutti fratelli».
C’è anche chi nega la sua esistenza per lanciare un messaggio di amore, come fa Donatella:
«Per me non esiste diversità.. siamo tutti uguali... il cuore che abbiamo è uguale per tutti... ho capito che proprio in quelle diversità si impara ad amare la vita».
Altre risposte sembrano all’apparenza negative ma riflettendoci bene ne capisci la loro profondità perché racchiudono una presa di coscienza e tutta l’esperienza di un trascorso personale, come mi dice Fabrizio:
«La diversità è essere cosciente di fare le cose in un modo diverso, non avendo le stesse qualità di prima quindi guardando solo le cose prioritarie in base alla loro importanza».
Concetto che ritrovo anche nelle parole di Marco:
«Diversità è la regola. Diversità è l’obbligo di imparare. Diversità è la necessità per vivere»
e nel pensiero di A.:
«La diversità è ciò che spaventa la gran parte delle persone!»
E poi ci sono le risposte di chi prende in considerazione vari punti di vista analizzando il valore  sociale della diversità, come mi dice Giampietro:
«La diversità si può intendere in tanti modi, una persona può essere diversa dagli altri per la bontà, per i modi di fare e di parlare, per come reagisce, o semplicemente per un diverso colore della pelle o del titolo di studio! Una persona può essere appariscente, intelligente e colta ma relazionarsi e comportarsi in modo arrogante ed antipatico! Ogni persona è diversa dalle altre, anche se per me dovremmo essere tutti uguali, più umiltà in questo mondo e meno cattiverie! Io ho inteso la tua domanda come diversità tra persone. Se invece si intende diversità tra le cose o opinioni, per me può essere due modi diversi tra il vedere e l’essere!»
Loredana sottolinea che:
«La diversità è lo stato mentale di chi crede che qualcuno/qualcosa non rappresenti un "ideale convenzionale" scelto da una società in realtà discordante. Quindi la diversità, come l'uguaglianza, è un concetto relativo che dipende esclusivamente da come si sceglie di guardare e vivere il mondo. Ad esempio: al mondo ci sono piante ed animali. Visti così possono essere diversi, ma sono entrambi esseri viventi, quindi possono essere uguali».
Anche Federica insiste sull’aspetto sociale della diversità che è un concetto creato dalla società stessa:
«Penso che essere diverso o vedere l'altro diverso sia una sensazione soggettiva, che può avere un'accezione sia in positivo sia in negativo. Considerare una persona diversa da noi, nella maggior parte dei casi, ha una valenza negativa; è una facile giustificazione per escluderla dalla nostra cerchia facendola sentire sbagliata e inadeguata. Questo, di riflesso, fa sentire l'altro sbagliato e diverso. Si definisce poi una persona diversa quando si distingue dalla massa, ma in senso positivo, quando ha quel qualcosa in più, qualcosa di originale che nessun altro ha.
La diversità esiste perché noi l'abbiamo creata e la vediamo. Credo non dovrebbe esistere come parola, dovremmo imparare ad usare sinonimi solo in senso positivo come originale, inconsueto, straordinario… perché è questa la diversità che bisogna far valere!»
Dello stesso parere sull’importanza della parola ‘diversità’ è Valentina Z.:
«Non penso che la parola diverso sia da eliminare, ma deve avere valore neutro. Ognuno di noi è diverso a suo modo ed è stupefacente», che poi mi rivela che per lei la diversità  «è la forza che muove il mondo, è l'originalità di ogni essere che arricchisce e rendere il mondo un posto variegato di colori, visi e cuori. L'incontro con una persona diversa per me non è altro che un'occasione per placare la mia brama di curiosità... Le persone che hanno visioni, vita e pensiero diverso dal mio mi affascinano, posso non condividere tutto, ma se non ci fossero più colori, più lingue, più fedi e più e più… sarebbe un mondo noioso. Il diverso a volte può affascinare e altre volte si può temere, ma basta solo dargli un'occasione e potrebbe stupirti o... anche deluderti!»
Dopo questa carrellata di riflessioni sono ancora più convinta che, come già sostenevo in apertura del mio scritto, la diversità sia un concetto arbitrario necessario anche per definire il concetto di uguaglianza come ha sottolineato Loredana. Servono entrambi per rendere armoniosa la vita. Pensiamo ad esempio alle parole omonime ‘cuore’ e ‘quota’, due parole la cui iniziale è diversa ma che si pronuncia allo stesso modo ovvero parole che pur avendo significato diverso sono uguali come suono; oppure le parole volume –libro, tomo di un’enciclopedia- e volume –altezza della musica, altezza della voce- che  si scrivono uguale ma hanno un significato diverso deducibile dal contesto… ecco per me la diversità è un po’ questo: due modi diversi di pensare o fare, ma sempre persone con un cuore, come mi ha ricordato Donatella.

La diversità come un ossimoro

Mi viene in mente la figura retorica dell’ossimoro che consiste nell’unire due idee, due immagini o due pensieri di significato opposto/diverso (per esempio: ‘ghiaccio bollente’, ‘notte luminosa’) ma che solo insieme danno origine a un uso inedito dei due termini che da soli sono una contrapposizione ma accostati creano un senso nuovo, una visione inedita che apre nuovi orizzonti. Questo è il concetto che ho ritrovato in molte delle testimonianze che ho riportato sopra e cioè le diversità come occasione per approfondire, come stimolo per imparare, come curiosità da scoprire per poi rendersi conto che alla fine siamo tutte persone uniche perché, come mi ha detto Serafino «per me il concetto di diversità ha svariati significati, del resto ogni persona è unica, con le sue passioni, gusti, abitudini, credo religioso  e cosi via …  Ce ne accorgiamo subito, quando ci confrontiamo con gli altri, dalle semplici  banalità fino a idee e convinzioni più profonde. Proviamo  a  pensare che mondo  sarebbe se la pensassimo o fossimo tutti uguali; come un modello standard, replicato in svariati miliardi di copie, il triste prodotto di una catena di montaggio. La diversità è essere  se stessi, sempre e nonostante tutto!».
Mi piace concludere la mia riflessione con il pensiero poetico di Françoise:
«La diversità è mia,
La diversità è me stessa insieme a te!
Nella diversità è racchiusa l'umanità!
Le nostre differenze sono le nostre ricchezze, i nostri valori.
La diversità apre i nostri cuori e trasforma l'anima in un campo di cose belle... L'Amore, L'Accoglienza, l'Accettazione... La Libertà!
In Italia, l'argomento sulla diversità è attuale.
Gli stranieri (quelli che arrivano con i barconi, quelli che si differenziano con il colore della loro pelle, della loro lingua parlata, dai modi di fare, di comportarsi, dalle usanze o scelte) sono considerati diversi e marginalizzati.
Penso e credo che, le persone siano uniche ma diverse esattamente come le dita di una mano…
Una mano, unica ma con le dita non uguali l’una dall’altro... Insieme, ognuna con il suo valore, la sua caratteristica...
Siamo proprio cosi, persone pieni di ricchezze e valore. Ognuno come è stato fatto, disegnato e riempito da Dio. Ti amo perché la tua diversità crea in me tanta felicità».

Concerto “Diversamente armonici – note di uguaglianza”

Il concerto “Diversamente armonici – note di uguaglianza” della Filarmonica Santa Cecilia di Sacconago si terrà sabato 28 settembre alle ore 21.15 presso il Teatro San Giovanni Bosco di via Bergamo, 12 a Busto Arsizio.
Durante il concerto interverranno Gabriella Nobile (presidente di Mamme per la Pelle)Houda Latrech, Suor Chiara Colombo, Valentina Bottini Gennaro Spinelli (in video) per raccontare cos’è la diversità in base alla loro personale esperienza di vita. Entrata libera. 


Articolo pubblicato su Sguardi di Confine: https://www.sguardidiconfine.com/diversamente-armonici-note-di-uguaglianza-un-concerto-ossimoro-della-diversita/

giovedì 12 settembre 2019


SIAMO QUI NOI

di Gianluca Pepe

Crescendo ti accorgi di tanti errori fatti nel passato, ma che da ragazzino non puoi vedere… proprio come nel film “Chiedimi se sono Felice” quando i tre protagonisti –Aldo, Giovanni e Giacomo- litigano per delle banali incomprensioni. 
Nel frattempo ascolti la canzone di Max Pezzali “Gli Anni” quando canta “Stessa storia, stesso posto stesso bar.... gli anni delle immense compagnie […]”, ti ricordi della tua compagnia di quando eri un ventenne, degli amici, di quelli veri, quelli con cui trascorrevi tutti i giorni a tutte le ore, quelli con cui ridevi, scherzavi, quelli con cui alle volte anche litigavi ma poi bastava una birra insieme e tutto passava.

Poi un giorno una litigata futile, banale, una questione di orgoglio, un rimpallarsi le parole “ho sbagliato io, no hai sbagliato tu!” Ti fanno perdere tanto tempo, tanti momenti in cui avresti potuto ridere, scherzare ancora. Ma da ragazzino non te ne accorgi, sei troppo orgoglioso, sembri invincibile.

Cresci e  un giorno passando per il centro vedi il matrimonio di uno di loro, vedi tutta la tua vecchia compagnia… ti accorgi che siamo cresciuti, che siamo diventati grandi, ti accorgi dei cambiamenti, ti accorgi del tempo perso per banalità. È solo allora che il rancore la rabbia spariscono… rimane solo la malinconia, la tristezza di come siano andate le cose e a ripensarci torneresti indietro e cambieresti molte cose.

La canzone dice: “Il tempo passa per tutti lo sai, nessuno indietro lo riporterà neppure noi!” Purtroppo la vita è così, non si può tornare indietro. Vorresti rimediare a tutti gli errori fatti, vorresti provare a recuperare il rapporto con loro e fa nulla chi ha sbagliato. Diventare grandi è proprio questo capire gli errori, lasciarseli alle spalle, dimenticare l’orgoglio e saper chiedere scusa sperando che anche loro lasciando da parte il loro, ti possano perdonare. Proprio come alla fine del film quando Aldo si fa mille domande ma chiude dicendo: “Tutto è possibile!”


mercoledì 4 settembre 2019


RIFLESSIONI POST ESTATE 2019

di Gianluca Pepe
         

Quest’anno dalle vacanze estive mi porto a casa un bagaglio inestimabile, sono stato in due luoghi così diversi ma così uguali: Tenerife e la Val Vigezzo. La prima è stata una vacanza nell’isola del futuro dove si incontrano tantissimi italiani che hanno lasciato il proprio Paese per trasferirsi su un’isola dove la vita è migliore; le tasse sono al 7%, niente stress, non si deve correre, non esiste la fretta, tra le sue spiagge di sabbia nera sorge il vulcano Teide… 15 giorni alla scoperta di un’isola per capire se potesse diventare vita futura. E poi c’è Residenza Valle Vigezzo a Prestinone, nella valle dei pittori immersa nel verde la Residenza Valle Vigezzo a conduzione familiare per me è ormai diventata casa. Luca, Sendy, Giacomo e Lucia ti accolgono a braccia aperte a casa loro, ti coccolano, ti seguono in ogni tua esigenza, sempre col sorriso affettuosi e unici… una settimana, forse quella più bella visto che c’era il 38esimo raduno mondiale dello spazzacamino, dove mi sono messo a loro completa disposizione.

Da questa esperienza ho capito l’importanza della vita, la bellezza di un lavoro senza stress, senza fretta ma sempre col sorriso stampato, è lì che capisci che in città è tutto sbagliato: il lavoro è il primo luogo dove noi passiamo il maggior tempo della nostra vita e dovrebbe essere vissuto come in valle! In città viviamo male, stress al lavoro, nervosismo, correre
sempre per quattro lire al mese. In una settimana trascorsa in Valle ho conosciuto tanti amici tra cui Angelo e Alessandro, ho vissuto con loro praticamente 24 ore al giorno insieme. La parola per darci il buongiorno era: “sci like a bomber”, no non è un errore di ortografia, noi la pronunciamo così perché siamo diversi dalla marmaglia.

Nel famoso film “Benvenuti al sud” c’è una frase che noi napoletani sentiamo nostra: “quando un forestiero viene al sud piange due volte, quando arriva e quando parte!” Beh se provate la Residenza Valle Vigezzo piangerete solo quando lascerete queste persone che hanno un cuore immenso!

Alla fine del mio viaggio, se devo scegliere dove vorrei trascorrere la mia vita, se dovessi scegliere dove lavorare e far crescere i miei figli; beh non ho dubbi sceglierei di lavorare nella Residenza Valle Vigezzo con Luca, ormai diventato come un fratello per me, Sendy, Lucia e Giacomo. La Residenza non è solo un luogo di vacanza ma è uno stile di vita!

 ARIA DI PRIMAVERA di Valentina Bottini Una nuova forza vitale ritorna in me. Una frizzante arietta soffia tutt’intorno. Voglia di f...