martedì 3 dicembre 2019

DA CENT’ANNI IL FASCINO DELLA RADIO CONTINUA…


di Valentina Bottini



Già alla fine dell’Ottocento Guglielmo Marconi era impegnato in esperimenti sulla trasmissione di suoni a distanze sempre maggiore e nella ricerca di finanziamenti per i suoi studi sulla trasmissione telegrafica senza fili. Recatosi a Londra riesce a  brevettare le sue invenzioni tra cui, il 2 giugno 1896, il brevetto per la radio. Ma la paternità dell’invenzione venne subito messa in dubbio poiché negli stessi anni altri studiosi stavano lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, in particolare Nikola Tesla, inventore serbo di nascita, ma cittadino statunitense: all’italiano nel 1911 venne attribuita la paternità dell’invenzione dalla High Court britannica ma nel 1943 la Corte Suprema degli Stati Uniti diede la precedenza ai brevetti di Tesla, ma solo nel territorio USA.
Negli anni '20 si avvia l’ipotesi che la radio possa essere uno strumento utile per comunicare notizie in modo unidirezionale da uno verso quante più persone possibili indipendentemente dalla loro vicinanza/lontananza: nasce la radio come mezzo di comunicazione di massa.

La radio, come la intendiamo oggi, nasce nel 1919 in America grazie a John Flaming ed ottiene un largo consenso e una rapida diffusione seguendo un modello “libero” affidato all'iniziativa privata. Il modello monopolistico, affidato allo Stato e quindi gestito come servizio pubblico, si diffonde invece nel vecchio continente dove è l’Inghilterra a fare da traino, proprio qui nel 1922 viene fondata la più antica radio del mondo tuttora esistente: la BBC.
In Italia  già nel 1909 ci sono i primi tentativi di telefonia circolare ma solo nel 1923 iniziarono le trasmissioni sperimentali della prima emittente italiana, il radio Araldo di Roma. Ma ancora non esistono emittenti pubbliche perchè un decreto del regime fascista stabiliva che le radiocomunicazioni fossero riservate allo Stato.

Durante il periodo fascista il centro radiofonico Roma Prato Smeraldo si trasferì al nord Italia dando il via alle  trasmissioni il 10 giugno 1944 come Radio Tevere. Le sale di registrazione erano a Milano, i programmi venivano trasmessi via cavo alla stazione trasmittente di Olgiate Olona e da qui diffusi, mentre gli uffici amministrativi erano a Busto Arsizio. Il 25 aprile 1945 la Divisione Alto Milanese occupò gli uffici bustocchi e cambiò il nome in Radio Alto Milanese; alle 22:00 del 25 aprile questa radio fu la prima ad annunciare al mondo che l'Italia era stata liberata. Il 4 maggio 1945, per ordine degli alleati, l'emittente diventò Radio Busto Arsizio e continuò la sua attività fino al 23 maggio di quell'anno, quando venne chiusa sempre per volere degli alleati.

Successivamente ci furono vari tentativi di costituire una stazione radio alternativa a quella di Stato; solo dalla fine degli anni '70 in Italia iniziarono a trasmettere diverse stazioni amatoriali attive durante il fine settimana. Questa situazione si è poi legalizzata e la radio è diventata un popolare contenitore accessibile a tutti. Negli ultimi trent’anni essa è stata  il “trampolino di lancio” per molte persone diventate poi note sia in ambito televisivo sia musicale.

Anche oggi con la vastità dei mezzi di comunicazione super-veloci e di immediata consultazione (come internet e molteplici canali televisivi) la radio mantiene il suo fascino attirando un gran numero di persone sia come ascoltatori sia come speaker. Negli ultimi anni radio e web si sono uniti dando la possibilità a chiunque di creare una propria frequenza comodamente dal divano di casa sua.

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