martedì 22 ottobre 2019

LA FAVOLA DI GIANLUCA: DA UN SEMINTERRATO A UNA FREQUENZA CITTADINA

 di Valentina Bottini



Gianluca Pepe, speaker radiofonico che ha iniziato per  curiosità ma che ora sogna che questa passione possa diventare un vero lavoro. Oggi trasmette il suo programma “Flash” su Radio Bustolive: lo possiamo ascoltare il mercoledì, dalle 20 alle 21:30

-           Perchè oggi, ai tempi di internet e dei social network, hai scelto la radio?
«Ho scelto la radio perché per me la musica è tutto; sono nato quando la musica si ascoltava per lo più in radio e   sono  cresciuto negli anni Novanta quando la musica non era solo una banalità o uno strumento per fare  soldi come adesso accade sempre più spesso con testi meteore solo per un tot di tempo. Quando ero un bambino la musica era gioia, vita passione; ogni canzone che ascoltavo si sapeva anche dopo anni e questo perché ogni testo aveva un significato profondo».

-           Raccontami come è nata la tua passione per la radio
«La passione per la radio è nata grazie ad un mio amico di Milano che faceva web radio da casa sua su una piattaforma speaker che usano in moltissimi. Era sufficiente avere un computer e un microfono: ognuno può fare radio da casa sua. Ho iniziato ad ascoltarlo e un giorno parlando mi ha suggerito di provarci anche io… ho seguito il suo consiglio e ci ho provato!»

-           Come sei arrivato ad avere un programma tutto tuo sulla web radio della tua città?
«Ci sono arrivato quasi per caso dopo diversi anni di radio “casalinga”! Come tutti  ho iniziato tra le mura di casa, poi con degli amici abbiamo iniziato a trasmettere dal seminterrato del teatro dell’oratorio che frequentavamo. Quell’esperienza è durata poco e siamo tornati a trasmettere dalle mura di casa; con quel mio amico di Milano  abbiamo creato un unico canale, “Passion Radio”. Trasmettevamo noi  da Busto, lui da Milano e altri ragazzi da Bergamo; ognuno aveva il suo programma, il suo giorno della settimana e la sua ora per trasmettere. Questa collaborazione è durata un annetto poi per vari motivi abbiamo smontato “Passion radio” e ognuno è andato avanti con il suo programma. Nel frattempo un amico mi aveva parlato di “BustoLIVE” quindi ho provato a mandare la richiesta e loro mi hanno contattato!»

-           Parlami del tuo programma
«Il mio programma ha cambiato diverse volte nome: è nato come “Underground” ma, essendoci un’altra radio con quel nome, ben presto è cambiato  in “I Scimmia”. Poi è diventato “58Special” in onore del pilota Marco Simoncelli scomparso in un incidente durante una gara del MotoGP, infine è giunto all’attuale “Flash”. “Flash” perché iniziando a trasmettere con BustoLIVE mi trovai a condurre da solo, senza spalla, e quindi pensai di cambiare format al programma passando dal “demenziale/comico” a un programma di canzoni, notizie quotidiane e tendenze del momento… tutto in maniera veloce e sciolta… come un flash appunto! Dopo due puntate abbandonai questa idea per tornare al “demenziale/comico” perché lo sentivo più mio, anche se da solo sapevo che sarebbe stato molto difficile perché non ci può essere un botta e risposta senza una spalla fissa».

-           Perché un programma “demenziale/comico”?
«Io penso che la vita sia già difficile per conto suo in più dopo una giornata di lavoro arrivando a casa e accendendo la televisione si parla solo di politica, di morti, di disastri e di feriti… è veramente pesante! Le persone dopo una giornata lavorativa hanno bisogno di staccare la spina, di rilassarsi e di ridere, la risata è la miglior medicina che esista ne sono convinto! Da qui  l’idea di regalare un’ora e mezza alla settimana di pura e  sana “demenza” e qualche sorriso in più».

-           In diretta improvvisi o prepari una scaletta?
«All’inizio della mia esperienza per un brevissimo periodo ho improvvisato, ma ben presto ho capito che non si può improvvisare  se non si ha una spalla… si rischia di rimanere senza argomenti e fare buchi di silenzio. Prima di ogni diretta preparo una scaletta dettagliata con argomenti, musica, eventi, concorsi, messaggi, richieste…»

-           Quali sono i tempi di preparazione di ogni puntata?
«I tempi di preparazione variano di puntata in puntata, dipendono dall’argomento che si sceglie di trattare: se si fa una puntata normale con notizie e musica servono due giorni di preparazione, se si fa una puntata a tema (come faccio ogni tanto) ci vogliono due o tre settimane»

-          Non pensavo che servisse così tanto tempo di preparazione per un’ora e mezza di diretta…
«Considera che se vuoi fare una puntata a tema devi trovare tutto su quell’argomento: notizie, curiosità, musica… Lo stesso discorso vale per quando scegli di fare una puntata con ospiti in diretta: devi contattarlo, devi conoscerlo e pensare alle domande  da fargli, devi fargli scegliere e inserire qualche pezzo musicale tra quelli che preferisce… in tutto questo non devi dimenticarti che è un programma “demenziale/comico” e perciò devi tenere in mente sempre questa linea».

-           Com’è la struttura di ogni puntata: ci sono rubriche fisse?
«Sì ci sono rubriche fisse per due motivi: il primo è semplicemente per creare la scaletta in cui sai già cosa devi dire e in quale preciso momento, il secondo è per dare una costanza al programma in modo  che se gli ascoltatori vogliono contribuire sanno già come funziona e possono mandare richieste per la volta successiva di argomenti da trattare o quant’altro».

-           Cosa sono le “Perle” che dici a fine puntata?
«Le “Perle” non sono altro che freddure prese da internet o sentite in giro, modificate a mio piacimento e lette a fine puntata come saluto finale. Alcune fanno ridere, alcune fanno riflettere e alcune fanno semplicemente esclamare  “che pirla!” ma sempre con l’intento di far sorridere l’ascoltatore. È nata anche l’idea di raccogliere  queste Perle in un libro… i prossimi mesi saranno quelli decisivi che ci diranno se questo progetto andrà in porto».

-           è difficile oggi fare un programma radio di successo?
«Le persone pensano che sia facile fare  radio, ma vi assicuro che fare una scaletta non è poi così semplice soprattutto se  si sceglie di fare un programma come il mio! Ogni settimana bisogna cercare news simpatiche o renderle tali, bisogna mantenere un filo logico per dare un senso all’intera puntata, bisogna trovare anche la musica che sta bene all’interno della puntata stessa».

-           Cosa ti aspetti in futuro dal tuo programma radio?
«Mi piacerebbe che questo programma radio crescesse sempre più  fino a diventare un vero lavoro, per questo sto  cercando di allargare lo staff  aggiungendo nuovi collaboratori che diano al programma continue  novità e professionalità»

mercoledì 9 ottobre 2019


SUOCERI

di Gianluca Pepe


E pensare che ebbe tutto inizio con uno scontro tra me e sua mamma....
Quando parli con gli amici, o senti parlare le persone, descrivono i propri suoceri, nel maggior caso delle volte la suocera come delle arpie, pronte ad azzannarti da un momento all'altro.
Quando ti fanno la fatidica domanda: "I tuoi suoceri come sono?" Sorridi, ripensi a tutto quello che hai passato con loro… gioie, dolori, litigate, confronti, scontri, vacanze, e alla fine rispondi: "Meno male che ci sono!” Gli amici allora ti guardano con occhi sbalorditi perché non credono alle loro orecchie.

Nella mia adolescenza posso dire di averne combinate di ogni… una storia nata così, in un'estate del 2004, all’

oratorio feriale il cui tema quell'anno era “Amici x la pelle”. Lei aveva 14 e io 19… ero il suo animatore. Ma si sa, le storielle estive hanno i loro alti e bassi. Soprattutto per uno come me che di mettere la testa ‘apposto’ non ne avevo proprio voglia.
Posso dire di averne combinate tante, e lei era sempre lì, ad aspettarmi a braccia aperte, perdonandomele tutte, per cercare di farmi maturare.

Poi arriva un momento 2008 in cui il mondo ti cade addosso, perdi due persone che sono stati due genitori per te… ti trovi per terra e di rialzarti non ne hai proprio voglia.
In quel momento nonostante tutti i casini che hai combinato, senti una mano sulla spalla, sono i tuoi suoceri che lasciano da parte il fatto che tu sia il ragazzo della figlia, mettono da parte tutto, e ti accolgono a braccia aperte come se fossi il figlio maschio che non hanno mai avuto.

Gli anni passano… si cresce, si diventa grandi, altri ostacoli nel tuo percorso, la perdita di tuo padre -un altro dolore che ti lacera il cuore- ma loro sono sempre lì, al tuo fianco senza lasciarti mai, ti fanno crescere, ti confronti, ti danno consigli, alle volte ci litighi, è normale.
Fino quando arriva il giorno che capisci che è il momento di maturare di diventare grande. Perché noi nella vita in cui viviamo siamo sempre alla ricerca del meglio, senza accorgerci alle volte che il meglio ce l'abbiamo già al nostro fianco e purtroppo facciamo l'errore di accorgercene quando lo stiamo perdendo, o quando l'abbiamo perso.
Alla fine lei, con tanta pazienza e tanto amore, ti ha fatto maturare, ti ha fatto crescere e arriva così 15 anni dopo il giorno più bello della tua vita… le vostre nozze.

È lì che finalmente realizzi realizzi tutto… quello che hai sempre cercato ce l'hai sempre avuto al tuo fianco: due suoceri che non cambieresti mai, e una moglie che farebbe di tutto per te.
In quel momento ascolti la vostra canzone di Dj Matrix Sei la mia vita che fa: "Scusa sono un casino, e spesso mi comporto come un ragazzino, e cado sempre ma mi rialzo. Ogni giorno ho bisogno di te, penso a quello che hai passato per noi..... Anche se ci ho messo tanto, anche se non ti avevo capita lo sapevo che eri la mia vita è che non sarebbe mai finita!”

 ARIA DI PRIMAVERA di Valentina Bottini Una nuova forza vitale ritorna in me. Una frizzante arietta soffia tutt’intorno. Voglia di f...