giovedì 21 marzo 2019


GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA: UNA MEDICINA PER IL  VIAGGIO NELLA QUOTIDIANITÀ DELLA VITA

di Valentina Bottini


Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia, evento che per un giorno vede protagonista in tutto il mondo  la magia dei componimenti in versi che per 24 ore hanno finalmente l’attenzione che meriterebbe sempre ma che nel mercato editoriale non trovano spazio

Sono passati 20 anni da quando nel 1999 la XXX sessione della Conferenza Generale UNESCO istituì il 21 marzo come Giornata Mondiale della Poesia con l’esplicito intento di rappresentare “l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni”.
Così dall’anno successivo il primo giorno di primavera si festeggia l’arte di comporre versi; il  21 marzo, inoltre è anche il giorno in cui nel 1931 nacque la grande poetessa italiana Alda Merini che proprio a questo anniversario della sua nascita ha dedicato una delle sue più note poesie:

“Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
Ma non sapevo che nascere folle,
Aprire le zolle
Potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
Vede piovere sulle erbe,
Sui grossi frumenti gentili
E piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

A dieci anni dalla morte (1° novembre 2009) è doveroso spendere qualche parola per ricordare l’importante produzione letteraria e poetica di Alda Merini, donna che ha fatto della sensibilità la sua forza per affrontare una vita non semplice e comporre versi schietti, pungenti ma veritieri. Ella, infatti, è considerata la poetessa dei reietti, degli emarginati e di tutti gli esclusi perché nei suoi versi esprime le delicate condizioni di chi vive un disagio sociale. Il suo modo di scrivere è apprezzato dai più e lei è considerata una tra le voci più rilevanti della scrittura italiana contemporanea.

Ma non voglio dilungarmi oltre parlando di questa celebre poetessa perché in questa Giornata Mondiale della Poesia voglio raccontarvi che cos’è per me la poesia e che cosa significa per me, Valentina, scrivere poesie:
“Per me scrivere poesie significa annotare istantanei appunti di vita  che celano un universo di emozioni. Penso che la vita sia un viaggio fatto di incontri e di esperienze che fanno crescere e che restano indelebili insegnamenti, come ho scritto in  questi versi nel 2016:

“Ricordo un’emozione”

La vita è un rincorrersi di emozioni,
Esperienze che modellano il tuo essere,
Situazioni inaspettate che ti fanno crescere,
Così frequenti la palestra terrena
Aspettando il futuro.

Sogni, pensieri, visioni ad occhi aperti
Potrebbero diventare realtà
Quando sarai grande;
Ma poi ti guardi allo specchio
E scopri che sei già grande.

E allora dicono che
Colorate fotografie di vita restano
Come preziosi tesori
Nei cuori di chi li ha vissuti:
Si chiamano ricordi.

Se  dovessi scrivere un romanzo avrei bisogno di una trama vincente, di costanza, di minuzia nel descrivere contesti, particolari ed emozioni. Inoltre c’è il rischio che il lettore non si riconosca nella storia, si annoi e dopo le prime pagine abbandoni il libro.

La poesia invece è veloce e immediata. È formata da pensieri che per chi scrive hanno un significato ma che per chi legge ne hanno tutt’altro e così li fa propri,  magari chi legge si ritrova in  uno o più versi scritti e rivive sensazioni particolari che sembra aver scritto proprio lui in riferimento a un certo episodio della propria vita.
Inoltre la quotidianità frenetica in cui siamo immersi non sempre lascia tempo per la lettura di interi  libri; invece la poesia è come una medicina perché è fatta di veloci versi della quotidianità, da leggere uno al giorno e conservare durante le ore diurne come pensiero di semplici temi su cui meditare e riflettere,  proprio come una pastiglia che si prende al mattino ma i cui benefici sono rilasciati lungo tutta la giornata. 
Un altro pregio della poesia è che essa si trasforma  e cambia seguendo i passi della vita di chi la compone: ci sono poesie che si scrivono pensando a una persona specifica o a una certa esperienza, ci sono poesie che escono così senza un significato particolare sul momento ma che solo dopo, vivendo esperienza dopo esperienza, si capisce il perchè di quelle parole uscite in apparenza senza una ragione concreta,  ci sono anche poesie che si scrivono per un motivo ma che poi ci si accorge che sono cambiate con il proprio vissuto ed ora rappresentano altre esperienze.

Le mie poesie parlano di amore, esperienze,vita, riflessioni, infanzia, ricordi, quotidianità, persone che non ci sono più, amicizia, seconde possibilità, tempo che passa.

Qualche mese fa mi sono fatta un’autocritica e mi sono domandata perché le mie poesie dovrebbero esser considerate poesie: agli occhi del lettore distratto o che vive in un contesto diverso dal mio possono sembrare un insieme di parole che paiono accostate casualmente! Penso che gli elementi che definiscono poesia una poesia  siano due azioni che la poesia deve far nascere in chi la legge, l’emozione e la riflessione; non per tutti sarà così ma per alcuni magari diventano il “la” per continuare la propria esistenza.



Articolo pubblicato su Sguardi di Confine: https://www.sguardidiconfine.com/giornata-mondiale-della-poesia-una-medicina-per-il-viaggio-nella-quotidianita-della-vita/

sabato 9 marzo 2019


BUON COMPLEANNO BARBIE!

di  Valentina Bottini



La celebre bambola, compagna di giochi di molte generazioni di bambine e da sempre icona di stile, il 9 marzo compie 60 anni!

Era il 1959 quando a Willow, una cittadina nel Wisconsin, Ruth Handler notò che sua figlia giocando con le bambole le dava ruoli da adulti rispondendo al desiderio di tutte le bambine di essere grandi e di immaginarsi tali. Inoltre mentre suo figlio aveva giocattoli che gli permettevano di immaginarsi nei panni di vigile del fuoco,  di astronauta o di medico, la femmina poteva solo giocare a fare la mamma, senza la possibilità di calarsi in altri ruoli avendo tutte le bambole sembianze da neonato. 
Questa osservazione spinse Ruth a ideare una linea di bambole dall’aspetto adulto per la ditta di suo marito Elliot, co-fondatore della famosa casa di giocattoli Mattel. La donna, con l’aiuto dell’ingegnere Jack Ryan, prese come modello una bambola commercializzata in Germania, la Bild Lilli, e realizzò la prima Barbie.

Il 9 marzo 1959 fu presentata al New York Toy Fair la prima bambola con le sembianze di una adulta che si chiamava proprio Barbara Millicent Roberts, il nome della figlia di Ruth ed Elliot, vestita con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda.
Da allora la Barbie ha allargato la sua famiglia con  il fidanzato Ken, sorelle minori e amici; si è sperimentata in numerosi lavori e ruoli diventando una vera icona di stile e di moda e raccontando i cambiamenti culturali della società negli ultimi  60 anni. Col passare degli anni la Barbie è diventata sempre più simile alle figure umane contribuendo ad ispirare i desideri e i sogni di migliaia di bambine di tutte le età.

Ho chiesto ad alcune amiche di raccontarmi la loro esperienza facendo semplicemente la domanda: “Che cosa ha rappresentato per te la Barbie?”

Chiara: «Penso che le Barbie siano state un fulcro nella mia infanzia, insieme alle Polly. Sono state quel gioco con cui ho conosciuto la mia prima amica (una mia vicina di casa), il gioco che mi è stato regalato quando ero in ospedale, il gioco che mi ha dato sicurezza e serenità per moltissimi anni. Le barbie mi hanno permesso di crescere e coltivare la mia creatività inventando storie, modellando, insieme a mia sorella, degli abiti su misura come vere stiliste. Insomma hanno un contribuito decisamente a quello che oggi sono.»

Valentina: «Avevo tante Barbie  e tanti “accessori” sia piccoli che grandi, come 3 case, la Ferrari, i cavalli, il camper, la  piscina... Ho dei bei ricordi soprattutto perché adoravo mettere a posto le cose piccole… sai gli oggetti! Poi ho adorato quando sono uscite quelle Benetton perché ne ho potuta avere una asiatica, una africana e una con i capelli rossi.
Giocavo sia da sola sia con mia sorella.... ho un bel ricordo di quel periodo anche perchè di momenti con mia sorella ce ne sono stati pochi: per me il mondo delle Barbie è un bel ricordo di costruzione organizzazione e convivialità di un mondo da ricreare, ma poi è durato poco. Ne ho ancora molte e quando le ho rilavate e ho lavato tutto per la mia nipotina, mi sono tornati in mente i bei pomeriggi a giocare».

 ARIA DI PRIMAVERA di Valentina Bottini Una nuova forza vitale ritorna in me. Una frizzante arietta soffia tutt’intorno. Voglia di f...