sabato 11 novembre 2023

 

L’ESTATE DI NOVEMBRE

 di Valentina Bottini

Il periodo attorno all’11 novembre, giorno di San Martino, è tutt’oggi indicato come “estate di San Martino” perché spesso è caratterizzato dal ritorno del bel tempo con il clima caldo e asciutto e il cielo sereno che ricorda quello estivo

 Si racconta che in un freddo e nevoso giorno di inizio novembre, un cavaliere di nome Martino da Tour incontrando un mendicante infreddolito perché coperto solo di pochi stracci, estrasse la spada e divise il suo mantello in due metà donandone una al pover uomo. Inspiegabilmente cessò di nevicare e il clima divenne solare e mite come in estate. Durante la notte il cavaliere sognò Gesù in mezzo agli angeli ai quali stava mostrando il bel mantello che indossava, dicendo che glielo aveva donato Martino. Questi fatti si ripeterono anche nei tre giorni successivi dando il via all’intersecazione tra le reali opere misericordiose del Santo e la leggenda che è alla base della popolare tradizione dell’estate di San Martino.

Il periodo attorno all’11 novembre, giorno in cui si celebra il santo, è tutt’oggi indicato come “estate di San Martino” perché spesso è caratterizzato dal ritorno del bel tempo con il clima caldo e asciutto e il cielo sereno che ricorda quello estivo; questo ritorno estivo, nonostante la soggezione dei fatti reali o leggendari tramandati, ha le sue fondamenta attestate da comprovate ragioni fisiche-metereologiche.

In passato i capifamiglia, approfittando di questo ritrovato tepore, erano soliti rinnovare i contratti agricoli annuali; di conseguenza le famiglie contadine che avevano prestato il loro lavoro durante la stagione agricola appena conclusa,dovevano cambiare attività e abitazione proprio in questi giorni. Da questa usanza popolare deriva il detto dialettale “fare san martino” per indicare l’atto di traslocare.

Tradizionalmente in Italia i giorni attorno alla prima decade di novembre sono occasione di  far festa e di gustare l’olio nuovo ed il vino novello, tolto dalle botti e assaggiato per decretarne la qualità, come ci ricorda Giosuè Carducci nei versi della sua nota poesia “San Martino”:

 

San Martino

 

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

 

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