lunedì 30 marzo 2020

CAPITOLO 15, CAPITOLO 16, CAPITOLO 17



15  LA PROMESSA A LUDOVICA  

Quest’anno le vacanze sembravano non voler finire mai, ma soprattutto sembravano riservarmi tante sfide, tante lezioni di vita.
Un giorno come tanti altri io, Mario, Samanta, Carmelo, Gaetano eravamo insieme. Gaetano era uno dei nostri migliori amici, che tutti vedevano  come un fratello più grande (purtroppo a soli 18 anni si ammalò di leucemia per morire l’anno dopo lasciandoci  nel cuore un vuoto incolmabile). Mentre eravamo giù in Trekka squillò il mio telefono, era un’amica di Ludovica che voleva parlare con me ma siccome io non ne avevo voglia le passai Gaetano. Dopo quella telefonata ne seguirono altre, praticamente questa amica non si sa bene come, ci aveva invitato a passare una giornata in montagna da un’altra sua amica, Eleonora. Così facendo, per tre giorni noi continuavamo a ricevere telefonate da questa ragazza, per programmare questa piccola vacanza. Ovviamente tra Gaetano, Mario e Carmelo partivano scommesse per chi avrebbe baciato questa Eleonora e le sue amiche per primo. Una volta programmata questa vacanza, io, Carmelo,  Mario e Gaetano eravamo pronti per prendere il treno e partire. Arrivati in questo paesino, mi ricordo che sbagliammo anche la fermata del pullman e  scendemmo circa mezz’ora prima. Così camminammo per raggiungere il centro della città, ci mettemmo anche a fare l’autostop.
Una volta arrivati, ricordo che faceva un caldo allucinante, eravamo stanchi dal tanto camminare e quindi ci mettemmo chi sulla panchina, chi per terra a riposare, aspettando Eleonora con le sue tre amiche. Una di queste era Ludovica ma io ero all’oscuro di ciò!
Mentre le aspettavamo facevamo battute sulle ragazze e altre scommesse: “Chi se le fa prima offre la cena agli altri!” E io ridendo dicevo: “Pensate se  sono cozze[1]!”
Mentre eravamo sulle panchine, ci addormentammo e ad un certo punto arrivarono le ragazze, io non volevo credere ai miei occhi perché tra loro c’era anche Ludovica. Il cuore tornò a battermi all’impazzata, emozioni che avevo chiuso dentro e pensavo fossero finite. Raggiungemmo le ragazze, c’era anche questa Eleonora che parlando fino a quel giorno al telefono con Gaetano, aveva preso una cotta telefonica per lui. Io scoppiai a ridere ripensando alla scommessa che avevano fatto i ragazzi,  vedendo che le ragazze (tranne Ludovica) erano  cozze allucinanti!
Passammo tutta la giornata con loro, a parlare ma ovviamente nessuno provava a vincere la scommessa, ad un certo punto Mario prese coraggio, andò via con una delle ragazze. Rimanemmo io, Ludovica, Carmelo, Gaetano, Eleonora ed un’altra ragazza; io presi la scusa buona per parlare con Ludovica, lei era venuta perché sapeva  che c’ero anche io, e voleva un confronto visto che provava ancora qualcosa di forte per me. Così ci allontanammo e lasciammo gli altri da soli.
Davanti a Ludovica io mi stavo per sciogliere, avevo abbandonato la maschera del ragazzo di strada per tornare ad essere il ragazzo di chiesa che aveva conosciuto lei. Parlammo tutto il giorno, le chiesi scusa in tutti i modi per il mio comportamento, lei non voleva perdonarmi anche se in realtà voleva tornare con me, le si leggeva in faccia e io volevo tornare ovviamente con lei.
Giunse l’ora di tornare tutti insieme quindi ci riunimmo di nuovo, tornarono anche Mauro con l’altra ragazza. Ad un certo punto, Mauro vedendo che io tenevo ancora molto a Ludovica, prese le mie difese prendendosi tutta la colpa per ciò che era successo, in modo da farmi tornare con lei. Ludovica però disse che ne avremmo parlato una volta che sarei tornato a casa. Nel frattempo Eleonora, non sapendo cosa le avevano messo in testa gli altri ragazzi, voleva fare un giro solo con me per  farmi vedere casa sua, farmi conoscere il suo paese, lei disse che gli piacevo tanto! Gli altri scoppiarono a ridere!  Perché tutte io?   Io rifiutai inventandomi tante scuse, ma lei disse che mi avrebbe anche pagato se fossi andato con lei. Meno male che la giornata era quasi finita infatti era ora di tornare a casa: salvo per un pelo! Le promisi che sarebbe stato per la prossima volta, lei ad un certo punto ci disse: “Ok perfetto allora la prossima volta verrò io a trovarvi!” Noi non prendemmo sul serio quelle parole e ripartimmo, io e Ludovica eravamo rimasti  che ne avremmo riparlato a casa!


16  FUGA E CARABINIERI

Finita l’esperienza della montagna, tornati a casa raccontammo tutto agli altri ragazzi e ragazze della compagnia, c’era anche Samanta ma io e Mauro tenemmo il segreto di Ludovica.
Passarono due giorni, qualcuno doveva pagare la scommessa vinta, infatti Mauro ammettendo che aveva baciato una delle ragazze, doveva pagarci la cena. Quella sera io, Mauro, Carmelo e Gaetano andammo a mangiare al Mc Donald’s, e poi l’appuntamento era come sempre giù in Trekka col resto del gruppo.

Ad un certo punto, finito di mangiare pronti per tornare nel quartiere suonò il telefono di Gaetano, era Eleonora, aveva mantenuto la promessa, si era messa sul primo treno ed era giunta a Milano da noi. Noi ovviamente pensavamo stesse scherzando, ma poi ci disse che era arrivata in Trekka. Gaetano chiese a Eleonora se ne aveva parlato con i genitori, visto che erano già le nove e mezza di sera e lei rispose: “Si, ma visto che loro stamattina non volevano che venissi, sono scappata di casa!” Gaetano attaccò subito il telefono  e ci disse cos’era successo,  ad un certo punto il telefono di Gaetano suonò di nuovo, erano  i genitori di Eleonora preoccupati che la cercavano, lei aveva lasciato il numero di Gaetano sul tavolo di casa. I genitori, spiegarono a Gaetano che Eleonora era in cura dagli psicologi e quindi, erano preoccupati. A sentire ciò, Gaetano spiegò tutto ai suoi genitori, e subito noi ci precipitammo in Trekka perché ci avevano chiesto di tenerla lì. Il panico iniziava a dilagare, arrivati in Trekka, andammo da Eleonora e le spiegammo che non poteva prendere e scappare in quel modo. Eleonora piangeva perché non voleva tornare assolutamente a casa, a quel punto suonò di nuovo il telefono di Gaetano: erano i carabinieri del nostro quartiere che gli chiedevano di portare la ragazza in questura altrimenti sarebbero arrivati loro a prenderla.
Quindi ci recammo tutti in questura, Gaetano ed Eleonora entrarono mentre noi rimanemmo  fuori.  Ad un tratto si aprirono i cancelli, Gaetano stava uscendo con un carabiniere, si avvicinarono a me, e mi dissero che Eleonora sarebbe tornata a casa solo se avesse aspettato i genitori in mia compagnia  visto che aveva preso una cotta per me. Erano le dieci e così, io dovetti entrare in questura al posto di Gaetano ad aspettare i suoi genitori che arrivassero… eravamo io, Eleonora, la psicologa e i carabinieri, mentre fuori c’erano tutti i miei amici e mia sorella Sofia che, preoccupata, si era precipitata lì. Alle due di notte finalmente,  arrivarono i genitori di Eleonora che ci ringraziarono di cuore per quello che avevamo fatto. Così io potei tornare a casa.
Il giorno dopo finimmo sul telegiornale: “Ragazza scappa di casa per raggiungere un amore, ora è in cura della psicologa”. Meno male non uscirono nomi e cognomi.
Un’estate piena di emozioni e non era ancora finita.


17  LA VERGINITà

Avevo ancora due settimane abbondanti di vacanza davanti, da passare con i miei fratelli, con mio padre, con i miei amici ma soprattutto con Samanta.

Un giorno, mentre eravamo giù come sempre, Samanta mi fece una proposta  imbarazzante, mi chiese di  fare l’amore con lei. Io  davanti a quella proposta  ero spaventato, perché avevo solo quattordici anni, e non ero mai andato oltre a baci con la lingua con una ragazza, così non sapevo come comportarmi. Parlando e scherzando con gli amici, uscirono discorsi legati al sesso. Alcuni ragazzi e ragazze confessarono di avere già avuto dei rapporti, nonostante avessimo dai tredici ai sedici anni. Risultò che io ero uno dei pochi del quartiere a non aver ancora avuto un rapporto completo così, per non sentirmi in imbarazzo con gli amici ed escluso dal gruppo, decisi di accettare la proposta di  Samanta. All’età di quattordici anni persi la verginità! 
Sapevo che la storia con Samanta, una volta tornato a casa, sarebbe finita e questo sta volta era quello che mi avrebbe fatto più male, essendo stata la prima ragazza con cui avevo fatto l’amore!


Ci fu un altro episodio di quell’estate che mi segnò la vita:  una sera come sempre eravamo tutti in Trekka a parlare, ad un certo punto un mio amico, Davide, mi chiese se volevo accompagnarlo a fare benzina al motorino.
Così ci recammo tutti e due in piazzo Video al benzinaio, sullo stesso motorino e senza casco. Ai tempi i benzinai non avevano le telecamere,  e tutti i ragazzi del quartiere facevano il pieno agli scooter o alle moto gratuitamente. Come funzionava?  Bastava essere in due, uno teneva la pompa nel serbatoio e l’altro saltava sulla canna in quel modo usciva la benzina, quanto bastava per avere il pieno.
Tornando in Trekka dagli altri però, ad un certo punto Davide, per ammazzare una zanzara, perse il controllo del motorino e finimmo tutti e due per terra. Stavamo andando molto veloce e strisciammo per circa  venti metri sull’asfalto, io mi grattai tutto il gomito e la mano riuscendo però a tenere la testa lontana dall’asfalto, ma stavo scivolando dentro le rotaie del tram, che casualmente stava per arrivare proprio in quel momento.  Meno male mi accorsi in tempo e riuscii ad aggrapparmi al palo del cestino, finendo solo con le gambe nelle rotaie che velocemente riuscii a tirare fuori.
Una volta arrivati in Trekka gli altri videro com’eravamo conciati e si preoccuparono, io salii  in casa andai in bagno senza farmi vedere e provai a medicarmi, solo che perdevo troppo sangue così chiamai Angela e mi feci bendare da lei. In quel momento però, arrivò anche mio padre e mi disse: “Sei caduto in motorino vero?” (perché era abituato alle cadute di mio fratello). Io gli risposi: “No, stavamo giocando a guardie e ladri e sono caduto” Lui mi guardò e mi rispose: “ Ok sei caduto in motorino, la prossima volta stai più attento!”
Una volta medicato tornai giù dagli altri e ripresi la serata come se niente fosse successo.

Le lunghe vacanze, che sembravano non voler  finire mai,  giunsero al termine inutile dire che il giorno della partenza era sempre il più traumatico, soprattutto dopo quello che era successo con Samanta. La scuola ricominciò, ero in seconda media ed ero ancora insieme a Samanta, infatti ci sentivamo tutte le sere per telefono e un fine settimana quando venne papà e i miei fratelli a trovarmi venne anche lei.
Ma sapevo che la storia non sarebbe mai potuta continuare così, lei a Milano e io a Busto;  così un giorno finì  tutto.
Da quel giorno, mi promisi che non volevo più storie serie;  ma solo avventure in modo da non dover più soffrire per amore. E la promessa che avevo fatto a Ludovica?
Ricordate, eravamo rimasti che una volta tornato dovevamo parlare, ma dopo  quello che era successo con Samanta io non me la sentivo di tornare da lei. L’avrei delusa ancora, non sarebbe stato giusto, così non mi feci più sentire. Inutile dire che lei ci rimase malissimo e non volle più saperne di me.
Ovviamente frequentando la  stessa  scuola, era normale vederci la mattina e ogni volta che la vedevo tornavano sempre i soliti sentimenti, sapevo che quello era vero amore ma non potevo  tornare dopo averla fatta soffrire così tanto.




[1] cozze parola per definire una ragazza bruttissima

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