giovedì 19 settembre 2024

 UN AMICO È COSÌ

di Gianluca Pepe

 Durante l’età dell’adolescenza si percorrono tante strade, si fanno tante amicizie, e alle volte si fanno tanti errori che a quel tempo non ci fanno riflettere ma pensiamo e ragioniamo di impulso.

Correva l’anno 2004,  oratorio feriale al San Luigi, noi un gruppo solido di amici diventati animatori che dovevano occuparsi di 700 bambini. Io e Tor sempre i primi ad arrivare sul posto alle 7:00 circa. Appena arrivavamo con le nostre biciclette ci mettevamo subito a pulire tutto l’oratorio con scopa e paletta: foglie, cartacce, mozziconi, lattine, bottiglie di birra, lasciate in giro visto che la sera c’era il torneo di calcio, svuotavamo i cestini e lui guardava ogni angolo. Finito ciò ci recavamo dal panettiere a prendere pane per il pranzo e qualche brioche per gli altri amici che arrivavano dopo. Alle 7:30 iniziavano ad arrivare gli altri animatori e alle 8:00 i primi genitori con i figli. A quel punto iniziava la giornata con attività, giochi, compiti, gite, ognuno aveva il suo ruolo.

Io e lui eravamo inseparabili, facevamo quasi tutto insieme, finito il feriale giocavamo a muro fino sera per poi tornare a casa mangiare qualcosa e uscire di nuovo, il sabato tassativamente partita in oratorio, la domenica la passavamo tra piscine, laghi, gite.

Poi nel 2010 quella vacanza che ha cambiato tutto! A quell’età pensi di essere invincibile e di avere il mondo in mano di poter fare tutto quello che vuoi facendo del male magari anche alle persone che ti stanno vicino, ma non te rendi conto. Così gli anni passano le compagnie si dividono e gli amici quelli veri, che con quel tuo modo di fare hai allontanato prendono strade diverse. Quando ti accorgi di ciò che hai perso è troppo tardi.

Oggi 2024 siamo diventati genitori entrambi, abbiamo dovuto superare ostacoli più grandi di noi, che la vita ha messo sul nostro cammino. Però in qualche modo qualcuno ha voluto che le nostre strade si riavvicinassero, li capisci la forza dell’amicizia quella vera che ti lega ad una persona, e capisci quanto tempo nella vita perdiamo per colpa dei nostri comportamenti.

Purtroppo non si può tornare indietro, ma sicuramente come dice un saggio si può fare tesoro dei nostri errori per migliorarci, ma soprattutto per insegnare ai nostri figli a non commettere errori di cui poi un domani se ne potrebbero pentire.

Oggi ho capito quanto era importante quell’amicizia per me, perché come dice Laura Pausini nella sua canzone Un Amico è Così “un amico è la cosa più bella che c’è”.

giovedì 12 settembre 2024

 

AMORE A PRIMA VISTA

di Gianluca Pepe


Viareggio città di 60710 abitati, conosciuta soprattutto per il suo Carnevale. Infatti qui sono nati i più famosi Carristi di tutti i tempi, con il Burlamacco maschera simbolo di questa città che si riempie di turismo ogni anno, per vedere questi carri enormi e altissimi di Cartapesta sfilare per il corso. Pensate che quando c’è il carnevale molte attività si fermano per festeggiare questa manifestazione, descriverla a parole è praticamente impossibile. Se non avete mai vissuto il carnevale qui, bhe è un’esperienza che dovete fare per forza, soprattutto se avete dei bambini.

Viareggio: città sottovalutata per trascorrere le vacanze estive, sì perché quando chiedi: dove vai quest’estate a fare le vacanze? Tutti, ti rispondono Misano, Rimini, Riccione, Cattolica o Bellaria “ perché c’è tutto: vita, divertimento, attrezzatissima per famiglie e bambini. E tu?” Quando rispondo Viareggio mi chiedono cosa ci sia a Viareggio… Partendo dal fatto che il mare è un po’ meglio di quello della Riviera Romagnola, qui puoi trovare un clima familiare, con stabilimenti balneari che non guardano al busisnes, l’importante non è guadagnare ma vedere che sei felice. La bellissima Pineta, attrezzata con chioschi per noleggiare: bici, motorino, risció; baretti e ristoranti, teatro per spettacoli, ma soprattutto piena di giochi per i bambini e famiglie. Sulla lunga passeggiata ogni tipo di negozio, bar, ristorante, pub dove bere un ottimo cocktail. Percorrendo qualche chilometro in macchina puoi anche trovare spiagge Caraibiche chiamate le Maldive della Toscana, a piedi invece passando per il molo arrivi alla Darsena dove trovi acqua splendida e cristallina. A pochi chilometri c’è Forte dei Marm.

 Viareggio l’ho conosciuto nel 2019 ed è stato amore a prima vista, mi piace molto scendere al mare alle prime luci del mattino quando ancora non c’è nessuno, sentire i gabbiani e le onde del mare, per tuffarmi poi nell’acqua ancora fresca e lasciarmi trasportare con la mente in sogni e progetti.

Guardando il molo trovi due scritte ”Viareggio è il Carnevale”, l’altra “ Viareggio in te sono nato e in te spero di morire”... Il mio sogno prima o poi è di riuscire a comprare una casina qui per trasferirmici a vivere e poter dire anche io, in versione napoletana: Spero 'e murì ccà."




giovedì 5 settembre 2024


CAPITAN UNCINO

di Riccardo e Gianluca Pepe

“Questa è l’estate di Capitan Uncino!”, quando hai un figlio di 4 anni, devi imparare a viaggiare di fantasia e immaginazione… Viareggio, estate 2024, sulla spiaggia del bagno Felice una mattina Riccardo si accorge che sotto il nostro l’ombrellone c’è un pezzo di legno

“Riky, cos’hai trovato”?

“Papino è un pezzo della barca di capitan Uncino”!

Infatti si mormora che durante la notte, lui con la sua ciurma e l’inseparabile mozzo Spugna, attracchino con la nave dietro il molo di Viareggio, nascosta bene per non farla vedere, per poi con una barchetta colma di tesori raggiungere la spiaggia, per seppellire tutto il loro bottino, sotto la sabbia degli stabilimenti balneari. Stanchi del duro lavoro, si stendono sulle sdraio mangiando e bevendo per poi riposare fino alle primissime luci del mattino, quando tornano alla nave per non farsi scoprire dai turisti. Lasciando però sulla spiaggia reperti, impronte, mozziconi, e pezzi di legno come segno del loro passaggio.

Così una mattina la family Pepe ha deciso di mettersi alla ricerca della sua ciurma, dei bimbi sperduti e di Peter Pan. Per prima cosa abbiamo raggiunto il lungo molo, chiamato lingua del Drago, per vedere se Capitan Uncino o la sua nave fossero ancora lì! Purtroppo abbiamo trovato solo alcuni pezzi di barca, bottiglie di birra e rimanenza di cibo. Di lui non vi era traccia. Però sulle rocce aveva lasciato dei disegni, indizi che ci confermavano fosse passato di lì!


Il giorno dopo allora, ci siamo recati in unla delle spiagge che al Capitano piace saccheggiare, la spiaggia dello squalo bianco; percorrendo tutta la spiaggia bianchissima abbiamo trovato solo tende fatte di legno dove sicuramente avevano passato la notte per poi ripartire e rimettersi in navigazione alla ricerca di altri tesori. Su questa spiaggia abbiamo trovato però un naufrago, Giuan de Custo, che ci ha parlato di una grotta nella quale si mormora che sia il rifugio segreto del Capitano: la grotta dei 7 mari. Così il giorno dopo incuriositi siamo partiti per esplorarla. Arrivati a destinazione ci hanno messo subito in guardia sulla pericolosità di affrontare questo insidioso percorso. La mamma Chiara, il nonno Giorgio e la nonna Olga, un po’ impauriti non se la sono sentiti di affrontare questa spaventosa spedizione, io e il piccolo Riky carichi di entusiasmo e curiosità, ci siamo avventati sperando di trovare qualche sua traccia… 1800 scalini chiamati, denti della tigre, 8 gradi di temperatura e due ore e mezza di cammino tra rocce, stalattiti, stalagmiti, ponticelli, cunicoli, pipistrelli, e serpenti; ma del capitano nulla. Abbiamo trovato però due passaggi affascinanti, uno chiamato “passaggio del coccodrillo” dove probabilmente si nascondevano, l’altro chiamato “occhio dell’aquila” dove ci hanno spiegato che i pirati attraverso questo buco guardavano di nascosto se entravano intrusi. Arrivati all’uscita, un po’ amareggiati e sconsolati per non aver trovato nulla, siamo tornati al punto di partenza.


Quando ormai avevano perso le speranze di trovare Uncino e pensavamo fosse solo una leggenda, sotto il nostro ombrellone, abbiamo trovato un messaggio del suo passaggio:

“Papà guarda cosa ci ha lasciato il Capitano… quindi esiste veramente e sa che siamo sulle sue tracce”!


Ogni giorno che passava, Uncino ci lasciava qualcosa sotto l’ombrellone, come se volesse sfidarci, se volesse fare in modo che lo trovassimo per affrontarlo. I giorni passavano velocemente e il tempo ormai stava per giungere alla fine, noi giravamo come delle trottole andando in perlustrazione per scovarlo: passammo in una cittadina chiamata città della giungla per i suoi pericolosi animali in libertà, per poi trasferirci al Forte -città famosissima dove hanno girato molti film- dove si mormora che da lì nei tempi più antichi sia passato pure il famosissimo esploratore Geronimo Stilton che cercava il tesoro, senza però farne ritorno: di Uncino nessuna traccia.

L’ultimo giorno mentre eravamo sotto l’ombrellone a ripensare a tutte le tracce e gli indizi che ci aveva lasciato, Riky si accorse che da sotto la sabbia spuntava qualcosa:

“Papino qui c’è qualcosa!”

Subito allora, prendendo pala e piccone, iniziammo a scavare… non credevamo ai nostri occhi! Dalla sabbia tirammo fuori un forziere chiuso da un lucchetto che mamma Chiara, con destrezza e abilità, riuscì ad aprire… al suo interno Capitan Uncino aveva seppellito proprio sotto il nostro ombrellone uno dei suoi tanti tesori pieno di gioielli, gettoni d’oro, gemme preziose!

Che abbia voluto farcelo trovare? Cosa importa, se rivoleva il suo tesoro doveva venire a prenderlo; l’unico problema era che il giorno dopo noi partivamo per tornare a casa. Quindi al posto del tesoro lasciammo un messaggio a lui, in modo che potesse trovarlo: “mio caro Capitano, se rivuoi ciò che è tuo ci rivediamo l’anno prossimo… stessa spiaggia stesso mare!   

                     Riccardo




  UN AMICO È COSÌ di Gianluca Pepe   Durante l’età dell’adolescenza si percorrono tante strade, si fanno tante amicizie, e alle volte si...