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GRAZIE AMICI
Finite le vacanze si doveva tornare alla vita normale tra casa, lavoro,
amici, calcio e ovviamente ragazze. Ora potevo tornare a divertirmi alla luce
del sole senza nascondere nulla.
Un giorno, andando in giro per il centro, incontrai Matilde, una ragazza
che frequentava la mia stessa scuola. Era una ragazza che, ai tempi, mi faceva
il filo, ora era in giro con il suo fidanzato Daniele. Io e lei ci fermammo a
parlare e mi diede un bacio sulla guancia, lui non la prese molto bene però non
disse nulla. Ci salutammo, dieci minuti dopo ci incontrammo di nuovo, sembrava che
l’avesse fatto apposta perché mi guardava con due occhioni enormi, io la
riguardai e le sorrisi ma ad un certo punto Daniele mi disse: “Che … hai da
guardare?” Io gli risposi: “Perché non posso guardare Matilde!” Lui ribatte subito:
“No perché è la mia ragazza e se la guardi ancora finisce male!” Io mi
avvicinai a loro, lei si mise in mezzo e ci disse di non litigare, di lasciare
stare. Mi guardò e disse: “Dai fai finta di nulla, ti prego” Lui, vedendo che
lei teneva più a me che a lui, si mise testa a testa!
No-no, questo non doveva proprio farlo. Quando uno si mette testa a testa
con me, mi si chiude la vena ed esce il terrone che c’è in me!
Lui, vedendo che stavo iniziando ad alterarmi chiamò subito i suoi
amici, ovviamente io gli dissi: “Cos’è?
Fai tanto il gradasso e poi chiami gli amici!” Ma lui disse che era solo per
precauzione, che voleva vedere come me la sarei cavata. Così, in quel momento
io chiamai un mio amico, Rodolfo, che si precipitò subito lì. Quando arrivarono
i suoi amici, vidi che erano tutti quelli della compagnia con cui uscivo, e
quando videro che Daniele si voleva mettere contro di me gli dissero che era
meglio lasciarmi stare. Rodolfo si mise a ridere, questo fece alterare molto Daniele
così, vedendo che con me non avrebbe potuto fare nulla perché era rimasto solo,
se la prese con lui.
Si avvicinò e si mise testa a testa con Rodolfo ma a quel punto
intervenni io dicendogli che i miei amici non doveva toccarli nessuno e gli
tirai una testata. Da lì iniziammo a picchiarci di brutto, ad un certo punto Rodolfo,
vedendo che Daniele ne stava prendendo tante ed era abbastanza conciato, cercò
di fermarmi ma non ci riuscì. Dovettero
fermarmi in cinque cercando di calmarmi. Lui rialzandosi disse che mi
ero messo nei guai prese e scappò via. Matilde prima di andare da lui, mi diede
un bacio sulla guancia e mi ringraziò, poi andò via.
Alla fine Rodolfo mi riaccompagnò a casa. Sembrava tutto finito quando,
ad un certo punto dopo cena mi arrivò una chiamata con un numero privato sul
cellulare, era un amico più grande di Daniele che mi disse: “Fra dieci minuti
fatti trovare in fondo alla via dell’oratorio da solo!” Io gli risposi che non
sarei andato perché non volevo casini. Lui mi rispose: “E’ meglio che ti fai
trovare, perché se non vieni tu, ti trovo io e non ti rialzi più!” A quel
punto decisi di andare ma non solo.
Chiamai Rodolfo e Max e andai al luogo dell’incontro; la via dell’oratorio,
dove ci dovevamo trovare, è una via buia dove non passa mai nessuno.
Appena arrivai vidi due persone che venivano verso di noi, ad un certo
punto una di queste mi disse: “Ti avevo detto di venire da solo!” Io ovviamente
risposi: ” Per chi mi hai preso, secondo te
vengo da solo!” Il suo amico tenne Max e Rodolfo lì con lui, mentre io andai più distante con questo ragazzo. Mi
chiese cos’era successo, io gli spiegai com’erano andati i fatti. Daniele gli
aveva raccontato una bugia, dicendo che
l’avevamo picchiato in due. Ad un certo
punto, questo ragazzo mise la mano in tasca ed estrasse una pistola!
Io a quella vista diventai bianco
cadaverico, non avevo più parole, non riuscivo più a parlare, lui mi mise le
braccia sulle spalle appoggiandomi la pistola vicino l’orecchio sinistro.
Iniziò a parlarmi, dicendomi che non dovevo più permettermi di toccare Daniele,
che la prossima volta me l’avrebbe fatta pagare, non mi sarei salvato. Mi disse
che mi ero salvato solo perché ero andato lì con i miei due amici altrimenti sarebbe
finita male, ad un certo punto sparò un colpo per terra. Io a quel punto non
capivo più nulla, e non sentivo più nulla. Mi disse che quello era un
avvertimento, poi chiamò il suo amico e se ne andò. Max e Rodolfo corsero da me
e mi chiesero, cos’era quel petardo. Io gli raccontai tutto facendogli vedere
il bossolo che era rimasto lì per terra. Mi portarono subito via cercando di
tranquillizzarmi, mi ero salvato grazie alla loro presenza. Per un mese intero
non sentii più nulla dall’orecchio sinistro, mio zio era preoccupato io gli
avevo raccontato che mi era scoppiato un petardo vicino all’orecchio, non era
nulla di grave. Lui voleva portarmi a far vedere ma dopo un mese mi tornò
l’udito. Ovviamente non raccontai nulla a mio fratello perché altrimenti
sarebbe intervenuto lui!
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VACANZE A SCALEA
Arrivate le vacanze di Natale, tornai da mio padre e i miei fratelli, ero
contento perché non avendo passato le vacanze estive con loro finalmente li
potevo rivedere e gli potevo raccontare tutto, finalmente potevo rivedere anche
i miei amici della Trekka. Feci dal 22 dicembre al 7 gennaio a Milano perché la
ditta era chiusa per ferie.
Le giornate si svolgevano con i miei amici giocando a calcio, ogni tanto
baciavo qualche ragazza del quartiere, insomma… tutto nella norma fino al
rientro a Busto.
Quest’anno lavorativo non riservava tante novità, passò anche la Pasqua
che trascorsi sempre a Milano fino a giungere di nuovo alle vacanze estive.
Anche quest’anno io e i miei zii avevamo deciso di fare tre settimane di
mare, a Scalea in Calabria.
Di conseguenza niente Milano o meglio, siccome la ditta come sempre
chiudeva per un mese, facevo la prima settimana
con papà, fratelli e amici milanesi, in modo da passare del tempo anche
con loro e poi tornavo a Busto per partire per il mare. Ovviamente prima di
partire per il mare avevo tre giorni da poter passare con la mia compagnia di
Busto, e visto che tutti avevamo moto e motorini andavamo nei laghi come
facevamo nei weekend.
Ricordo che Alessandro, avendo un anno in più di me e quindi avendo già
diciotto anni, era contentissimo perché al rientro delle vacanze si sarebbe
iscritto per fare la patente. Infatti l’assicurazione delle moto era scaduta e
la mamma Piera non voleva rinnovargliela perché sarebbe stato un costo inutile
avendo poi la macchina. Ma lui riuscì a convincerla dicendo che tanto sarebbe
stato l’ultimo anno, così poteva venire anche lui al lago con la sua moto.
Nessuno poteva immaginarsi che quelli sarebbero stati gli ultimi giorni
insieme.
Il giorno prima di partire, come sempre, stemmo fuori tutto il giorno in
modo da salutarci e darci appuntamento al rientro delle vacanze.
Tutto pronto io, zia e zio in macchina con destinazione Scalea, come
sempre con soste all’autogrill. Quell’anno mio zio, aveva convinto zia Giada a
venire in vacanza con noi, quindi prima di arrivare a destinazione, ci fermammo
a Pagani un giorno per fare la sosta e il giorno dopo riprendere il viaggio con
lei.
Quell’anno non fu una vacanza eccezionale anzi, fu una vacanza da
cancellare per diversi motivi… il primo
era perché il posto era bruttissimo e non c’era nulla, infatti io non andavo
mai al mare con i miei zii perché non mi piaceva, piuttosto stavo tutto il
giorno in casa o andavo in giro per il centro. Zia rimase male da questa
situazione perché vedeva che non mi stavo divertendo, ma io le dissi di non
preoccuparsi per me.
Ricordo, che la notte di San Lorenzo successe una cosa stranissima; io,
come ogni sera, mi ero messo sul balcone a guardare le stelle e quella notte
vidi una stella cadente, espressi il
desiderio di incontrare una ragazza per cercare di animare la vacanza. Il
giorno dopo. caso, fortuna, o magia, mentre scendevo per il mio giretto
quotidiano incontrai una ragazza. Si chiamava Serena, aveva capelli castani,
occhi marroni, era di origini napoletane e aveva ventisei anni. Io ne avevo
solo diciassette, ma i nostri sguardi si attrassero; da quel giorno uscivamo
insieme, andavamo al mare insieme, praticamente iniziai ad animare un po’ la
vacanza, ovviamente io essendo più piccolo di lei ero un po’ il suo giocattolo,
però io non mi tirai indietro, avere una storia con una ragazza più grande mi
eccitava e in più iniziavo finalmente a divertirmi.
Ma un giorno accadde quello
che non avrei mai voluto accadesse!
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