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WEEKEND E VACANZE
Dopo il funerale Rebecca e i suoi genitori avevano organizzato un weekend
a Viareggio, volevano che andassi con loro, io però non me la sentivo anche se
sicuramente ne avrei avuto bisogno. Mio padre però non voleva lasciarmi qui da
solo così mi disse che sarebbe venuto con me a Domodossola a far cremare la
zia, l’avremmo sepolta e poi per il weekend mi avrebbe portato a Milano con
lui.
Salutai Rebecca e i suoi genitori che mi diedero appuntamento finito il
weekend a casa loro perché volevano che mi trasferissi lì per un po’. Partii
con mio padre per Domodossola, una volta cremata mia zia e sepolta con mio zio,
partimmo per la Trekka. Mi aspettavano 3
giorni nel mio quartiere con mio padre, Angela e i miei fratelli, furono tre
giorni veramente pesanti e difficili perché sapevo che una volta che sarei
tornato a casa mia, non c’era più nessuno ad aspettarmi, dovendo iniziare a preoccuparmi di tutti i problemi
che sarebbero arrivati. Nel frattempo in quei tre giorni mio padre cercava di
tirarmi sù di morale, di farmi forza; diceva che io ero stato fortunato perché
avevo trovato due persone d’oro che mi avevano amato con tutto il cuore, ma ora
era il momento di rimboccarmi le maniche e mettere in pratica i loro
insegnamenti, dovevo diventare uomo, dovevo diventare grande. Loro avrebbero
voluto così! Facile da dire difficile da
fare. Ad un certo punto mio padre, mi disse anche: “Se vuoi puoi anche
trasferirti qui con me e Angela, qui la porta per te è sempre aperta!” Questo
era il sogno che avrebbe sempre voluto, non in questo modo però, e che
l’avrebbe reso felicissimo. Ma sapeva benissimo che la mia risposta sarebbe stata: “Non posso
papi, è vero ho perso tutto però mi rimane ancora Rebecca, lei in questi mesi
non mi ha mai abbandonato, ha dimostrato che sono importante e che mi ama
tantissimo, non posso lasciarla da sola, il mio futuro è lei, e poi ho il lavoro e i casini legati alla
casa da sbrigare. Grazie di cuore ma non me la sento di abbandonare tutto! Però
ti prometto che da adesso in poi recupereremo il tempo perso”. Questa fu la mia
risposta, mio padre sapeva che avrei
risposto così.
Tornai a casa da Rebecca e dalla sua famiglia, la vita doveva andare
avanti anche se non volevo rialzarmi, non avevo più le forze, ora dovevo tornare
al lavoro anche perché a soli 23 anni mi trovavo a dover pagare 14 mila euro di
funerale tra mio zio e mia zia. Volevo pagarli io senza chiedere una mano a
nessuno, mi sembrava giusto così; l’unica cosa che chiedevo era la parte di
casa di mio zio perché quella di mia zia diventò mia. Non mi sembrava di
chiedere così tanto!
Il tempo passava troppo velocemente, le giornate volavano arrivando così
fino alle vacanze estive, io non volevo partire, non me la sentivo, era una
vacanza che avevo organizzato con mia zia e senza di lei non mi sembrava giusto
farla. Alla fine Rebecca e i miei compagni di viaggio mi convinsero ad andare,
mi sarebbe servito per staccare un po’ dai problemi. Purtroppo ancora una volta
Rebecca non poteva venire perchè era ancora troppo piccola e doveva andare con
i suoi genitori. Il giorno della partenza arrivò, salutai Rebecca e la sua
famiglia e ovviamente l’appuntamento era al rientro dalle vacanze.
70
GIULIO, UN GRANDE AMICO
Una volta arrivato a Cervia le vacanze potevano iniziare, tra mare,
spiaggia discoteche, papete, e alcol!
Purtroppo io i primi giorni non mi sentivo in forma, i miei amici cercavano
ogni volta di tirarmi sù di morale ma per l’inizio fu abbastanza difficile, fin
quando una sera decidemmo di fare serata solo maschi. Eravamo io, Roberto, Leonardo,
Giulio, Davide e Danilo, mentre Annalisa e Veronica rimasero in casa. Andammo a
Milano Marittima, dieci minuti a piedi da dove eravamo noi, lì era pieno di
baretti con la musica a manetta e alcol a go-go. Entrammo al Caino, che era uno
di questi bar. Poteva iniziare la serata, i ragazzi per non farmi pensare ai
problemi mi dissero di berci sopra, così mi presi un cocktail e fu l’inizio
della fine. Tutte le sere uscivamo a bere e il più delle volte tornavo a casa
sbronzo anche perché non ero uno che reggeva molto l’alcol. Avevo iniziato a
pensare che in questo modo potevo non pensare più ai miei problemi e mi potesse
aiutare. Le vacanze passarono velocemente tra divertimento, alcol e papete, per
il resto non successe nulla anche perché c’era Rebecca che mi aspettava a casa
e tutte le sere ci sentivamo, mi mancava tanto.
In spiaggia io avevo fatto amicizia con Giulio, lui e Germano erano due
fratelli ed erano i proprietari della spiaggia dove andavamo noi: “Playa Caribe”.
Giulio era stato colpito da un tumore al cervello e avevano dovuto operarlo, i
medici dicevano che era stato fortunatissimo ad essere ancora in vita. In pochi
gironi io e lui diventammo subito grandi amici, infatti ogni giorno che ci
vedevamo gli dicevo: “Che ragazza mi presenti per stasera!” Lui me ne indicava una a caso e mi
rispondeva: ” Ti va bene quella? Quella è bravissima a baciare, ti fa vedere il
paradiso!” Io ridevo e gli
rispondevo: ”E quanto mi costa, quanto
ti devo dare?” Lui: “Eh quella è molto cara 200 euro a bacio!” Tutti i giorni
così, ogni giorno una ragazza diversa con un particolare e costo diverso, tutto
questo ovviamente scherzando. Tutti gli volevano un gran bene e io mi ero
legato subito a lui tanto che un giorno ci sedemmo a parlare da soli. Gli
raccontai che era un periodo nero della mia vita, in soli 5 mesi avevo perso
tutto e non avevo più voglia di rialzarmi; lui per farmi forza mi raccontò
della sua malattia, rimasi sbalordito a vedere tanta forza e grinta in lui. Gli
raccontai anche di uno dei miei grandi sogni,
avere uno stabilimento balneare come il loro, lui mi raccontò come
aprirono “Playa Caribe” e poi mi fece una proposta allettante, mi disse: “La
vedi questa spiaggia affianco, è in vendita potresti comprarla tu in modo da
lavorare vicino a me e se non ce la dovresti fare da solo ti potresti mettere
in società con me e mio fratello!” La proposta era fighissima, troppo bella per
essere vera, l’avrei accettato subito al volo ma poi tornando con i piedi per
terra gli risposi: ”Guarda sarebbe il sogno della mia vita, solo che come ti ho
spiegato ho un po’ di problemi, tanti soldi da spendere e poi c’è la mia ragazza. Però la terrò
presente, mai dire mai!” Io e lui eravamo diventati inseparabili, il giorno dei
saluti e del ritorno a casa ci salutammo con un grosso abbraccio e nostalgia
dandoci appuntamento all’anno dopo, sarei tornato da lui e chissà magari
rimasto lì!
71 SEMPRE PEGGIO
Vacanze finite tornai da Rebecca, non vedevo l’ora di riabbracciarla, si
tornava alla vita normale; avevo anche deciso di tornare a casa mia, quindi
dopo tre mesi feci ritorno nel mio appartamento, ma quando entrai mi fermò
subito una vicina di casa dicendomi che avrei dovuto rompere un pezzo di muro
della cucina; dove passano le canne fumarie del condomino perché se ne era
rotta una Come se non bastasse una volta che entrai e mi preparai per fare una
doccia, appena aprii l’acqua vidi che da sotto la doccia iniziò a formarsi un
lago immenso, le tubature erano già vecchie e stando ferme per tanti mesi erano
scoppiate, avrei dovuto rompere i pavimenti per sistemarle. Come se non
bastasse una volta che entrai in camera e mi sedetti sul letto scoppiai in
lacrime, mi mancavano troppo i miei zii, praticamente già l’inizio prometteva
male. Ovviamente quel giorno Rebecca era lì con me e vedendomi così, ma vedendo
anche tutto quel disastro mi disse: “Tu stai ancora da me! E per i lavori ora
sentiamo papà!” Suo padre lavorava in una impresa edile, magari mi avrebbe
aiutato nei costi di ristrutturazione. Inutile dire che i giorni volavano
velocissimo, andai come ogni mese a pagare la rata di pompe funebri e già che
ero lì mi venne in mente quella cosa che mi disse mia zia al cimitero, cioè che
voleva che suo marito, suo papà e sua mamma potessero stare insieme. Così chiamando di nuovo sua cugina
per firmare il consenso, decisi di fare alla zia, questo ultimo regalo. Feci in
modo di racchiuderli tutti in un solo loculo, inutile dire che le spese
aumentarono. La casa stava cadendo a pezzi, le tubature erano scoppiate, la
canna fumaria si era rotta, l’impianto elettrico non era più a norma, decisi di
ristrutturare anche casa in modo che una volta che fossi entrato non avrei
dovuto più mettergli mano, così grazie alle mie numerose amicizie, al Giordano
(papà di Rebecca) e al mio lavoro, decisi di rifare completamente
l’appartamento. Pavimenti, tubature, impianto elettrico, impianto idraulico,
infissi nuovi; sta di fatto che dovetti chiedere un prestito per la
ristrutturazione. La prima richiesta di 40 mila euro mi venne rifiutata,
dovetti farne un’altra ma potevano solo darmene 20, così ancora una volta i
genitori della Rebecca mi aiutarono vendendomi incontro 20 la banca e 20
loro. A quel punto mi venne spontanea
una domanda: “Ma se non ci fossero stati loro, io che fine avrei fatto?” Si da
il fatto che a soli 23 anni mi trovai a dover pagare 54 mila euro,
guadagnandone solo 1000 al mese e avendo rate mensili di 800 euro, escludendo
le spese delle bollette, benzina, e viveri…. allucinante! Questo mi buttò ancora più giù!
Il lavoro proseguiva bene, finalmente una bella notizia, da determinato
passai ad indeterminato almeno una cosa sembrava procedere nel verso giusto.
Quasi tutti i weekend io e Rebecca li passavamo a Milano da mio padre;
stavamo recuperando il tempo perso in più mio padre si era innamorato di Rebecca.
Lei col suo modo di fare era riuscita a rubare non solo il mio cuore ma anche
il suo, lui stravedeva per lei e ogni volta che andavamo a trovarlo passava ore
e ore a parlarle e mi diceva sempre di non farla soffrire perchè un’altra come
lei non l’avrei mai trovata e lui mi avrebbe spaccato le gambe. Ero
contentissimo di ciò perché mai nessuna ragazza era riuscita a fare questo
effetto a mio padre, Rebecca era la ragazza giusta per me.
Passò un altro anno, Natale tutti
in famiglia, arrivando fino all’estate 2009, non era cambiato nulla; casa mia
era un cantiere senza data di fine, io vivevo ancora da Giordano, Lucia e
Rebecca e finalmente ci avvicinavamo alle vacanze estive… prenotazione Cervia,
c’era Giulio che mi aspettava e sta volta avrei fatto per la prima volta le
vacanze da solo con Rebecca, avrei potuto presentarla a Giulio. Non stavo più
nella pelle!
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