giovedì 16 luglio 2020

CAPITOLO 69, CAPITOLO 70, CAPITOLO 71



69  WEEKEND E VACANZE

Dopo il funerale Rebecca e i suoi genitori avevano organizzato un weekend a Viareggio, volevano che andassi con loro, io però non me la sentivo anche se sicuramente ne avrei avuto bisogno. Mio padre però non voleva lasciarmi qui da solo così mi disse che sarebbe venuto con me a Domodossola a far cremare la zia, l’avremmo sepolta e poi per il weekend mi avrebbe portato a Milano con lui.
Salutai Rebecca e i suoi genitori che mi diedero appuntamento finito il weekend a casa loro perché volevano che mi trasferissi lì per un po’. Partii con mio padre per Domodossola, una volta cremata mia zia e sepolta con mio zio, partimmo per la Trekka.  Mi aspettavano 3 giorni nel mio quartiere con mio padre, Angela e i miei fratelli, furono tre giorni veramente pesanti e difficili perché sapevo che una volta che sarei tornato a casa mia, non c’era più nessuno ad aspettarmi, dovendo  iniziare a preoccuparmi di tutti i problemi che sarebbero arrivati. Nel frattempo in quei tre giorni mio padre cercava di tirarmi sù di morale, di farmi forza; diceva che io ero stato fortunato perché avevo trovato due persone d’oro che mi avevano amato con tutto il cuore, ma ora era il momento di rimboccarmi le maniche e mettere in pratica i loro insegnamenti, dovevo diventare uomo, dovevo diventare grande. Loro avrebbero voluto così!  Facile da dire difficile da fare. Ad un certo punto mio padre, mi disse anche: “Se vuoi puoi anche trasferirti qui con me e Angela, qui la porta per te è sempre aperta!” Questo era il sogno che avrebbe sempre voluto, non in questo modo però, e che l’avrebbe reso felicissimo. Ma sapeva benissimo che  la mia risposta sarebbe stata: “Non posso papi, è vero ho perso tutto però mi rimane ancora Rebecca, lei in questi mesi non mi ha mai abbandonato, ha dimostrato che sono importante e che mi ama tantissimo, non posso lasciarla da sola, il mio futuro è lei,  e poi ho il lavoro e i casini legati alla casa da sbrigare. Grazie di cuore ma non me la sento di abbandonare tutto! Però ti prometto che da adesso in poi recupereremo il tempo perso”. Questa fu la mia risposta, mio padre sapeva  che avrei risposto così.
Tornai a casa da Rebecca e dalla sua famiglia, la vita doveva andare avanti anche se non volevo rialzarmi, non avevo più le forze, ora dovevo tornare al lavoro anche perché a soli 23 anni mi trovavo a dover pagare 14 mila euro di funerale tra mio zio e mia zia. Volevo pagarli io senza chiedere una mano a nessuno, mi sembrava giusto così; l’unica cosa che chiedevo era la parte di casa di mio zio perché quella di mia zia diventò mia. Non mi sembrava di chiedere così tanto!

Il tempo passava troppo velocemente, le giornate volavano arrivando così fino alle vacanze estive, io non volevo partire, non me la sentivo, era una vacanza che avevo organizzato con mia zia e senza di lei non mi sembrava giusto farla. Alla fine Rebecca e i miei compagni di viaggio mi convinsero ad andare, mi sarebbe servito per staccare un po’ dai problemi. Purtroppo ancora una volta Rebecca non poteva venire perchè era ancora troppo piccola e doveva andare con i suoi genitori. Il giorno della partenza arrivò, salutai Rebecca e la sua famiglia e ovviamente l’appuntamento era al rientro dalle vacanze.


70  GIULIO, UN GRANDE AMICO

Una volta arrivato a Cervia le vacanze potevano iniziare, tra mare, spiaggia discoteche, papete, e alcol!
Purtroppo io i primi giorni non mi sentivo in forma, i miei amici cercavano ogni volta di tirarmi sù di morale ma per l’inizio fu abbastanza difficile, fin quando una sera decidemmo di fare serata solo maschi. Eravamo io, Roberto, Leonardo, Giulio, Davide e Danilo, mentre Annalisa e Veronica rimasero in casa. Andammo a Milano Marittima, dieci minuti a piedi da dove eravamo noi, lì era pieno di baretti con la musica a manetta e alcol a go-go. Entrammo al Caino, che era uno di questi bar. Poteva iniziare la serata, i ragazzi per non farmi pensare ai problemi mi dissero di berci sopra, così mi presi un cocktail e fu l’inizio della fine. Tutte le sere uscivamo a bere e il più delle volte tornavo a casa sbronzo anche perché non ero uno che reggeva molto l’alcol. Avevo iniziato a pensare che in questo modo potevo non pensare più ai miei problemi e mi potesse aiutare. Le vacanze passarono velocemente tra divertimento, alcol e papete, per il resto non successe nulla anche perché c’era Rebecca che mi aspettava a casa e tutte le sere ci sentivamo, mi mancava tanto.
In spiaggia io avevo fatto amicizia con Giulio, lui e Germano erano due fratelli ed erano i proprietari della spiaggia dove andavamo noi: “Playa Caribe”. Giulio era stato colpito da un tumore al cervello e avevano dovuto operarlo, i medici dicevano che era stato fortunatissimo ad essere ancora in vita. In pochi gironi io e lui diventammo subito grandi amici, infatti ogni giorno che ci vedevamo gli dicevo: “Che ragazza mi presenti per stasera!”  Lui me ne indicava una a caso e mi rispondeva: ” Ti va bene quella? Quella è bravissima a baciare, ti fa vedere il paradiso!”  Io ridevo e gli rispondevo:  ”E quanto mi costa, quanto ti devo dare?” Lui: “Eh quella è molto cara 200 euro a bacio!” Tutti i giorni così, ogni giorno una ragazza diversa con un particolare e costo diverso, tutto questo ovviamente scherzando. Tutti gli volevano un gran bene e io mi ero legato subito a lui tanto che un giorno ci sedemmo a parlare da soli. Gli raccontai che era un periodo nero della mia vita, in soli 5 mesi avevo perso tutto e non avevo più voglia di rialzarmi; lui per farmi forza mi raccontò della sua malattia, rimasi sbalordito a vedere tanta forza e grinta in lui. Gli raccontai anche di uno dei miei grandi sogni,  avere uno stabilimento balneare come il loro, lui mi raccontò come aprirono “Playa Caribe” e poi mi fece una proposta allettante, mi disse: “La vedi questa spiaggia affianco, è in vendita potresti comprarla tu in modo da lavorare vicino a me e se non ce la dovresti fare da solo ti potresti mettere in società con me e mio fratello!” La proposta era fighissima, troppo bella per essere vera, l’avrei accettato subito al volo ma poi tornando con i piedi per terra gli risposi: ”Guarda sarebbe il sogno della mia vita, solo che come ti ho spiegato ho un po’ di problemi, tanti soldi da spendere  e poi c’è la mia ragazza. Però la terrò presente, mai dire mai!” Io e lui eravamo diventati inseparabili, il giorno dei saluti e del ritorno a casa ci salutammo con un grosso abbraccio e nostalgia dandoci appuntamento all’anno dopo, sarei tornato da lui e chissà magari rimasto lì!


71  SEMPRE PEGGIO

Vacanze finite tornai da Rebecca, non vedevo l’ora di riabbracciarla, si tornava alla vita normale; avevo anche deciso di tornare a casa mia, quindi dopo tre mesi feci ritorno nel mio appartamento, ma quando entrai mi fermò subito una vicina di casa dicendomi che avrei dovuto rompere un pezzo di muro della cucina; dove passano le canne fumarie del condomino perché se ne era rotta una Come se non bastasse una volta che entrai e mi preparai per fare una doccia, appena aprii l’acqua vidi che da sotto la doccia iniziò a formarsi un lago immenso, le tubature erano già vecchie e stando ferme per tanti mesi erano scoppiate, avrei dovuto rompere i pavimenti per sistemarle. Come se non bastasse una volta che entrai in camera e mi sedetti sul letto scoppiai in lacrime, mi mancavano troppo i miei zii, praticamente già l’inizio prometteva male. Ovviamente quel giorno Rebecca era lì con me e vedendomi così, ma vedendo anche tutto quel disastro mi disse: “Tu stai ancora da me! E per i lavori ora sentiamo papà!” Suo padre lavorava in una impresa edile, magari mi avrebbe aiutato nei costi di ristrutturazione. Inutile dire che i giorni volavano velocissimo, andai come ogni mese a pagare la rata di pompe funebri e già che ero lì mi venne in mente quella cosa che mi disse mia zia al cimitero, cioè che voleva che suo marito, suo papà e sua mamma potessero stare  insieme. Così chiamando di nuovo sua cugina per firmare il consenso, decisi di fare alla zia, questo ultimo regalo. Feci in modo di racchiuderli tutti in un solo loculo, inutile dire che le spese aumentarono. La casa stava cadendo a pezzi, le tubature erano scoppiate, la canna fumaria si era rotta, l’impianto elettrico non era più a norma, decisi di ristrutturare anche casa in modo che una volta che fossi entrato non avrei dovuto più mettergli mano, così grazie alle mie numerose amicizie, al Giordano (papà di Rebecca) e al mio lavoro, decisi di rifare completamente l’appartamento. Pavimenti, tubature, impianto elettrico, impianto idraulico, infissi nuovi; sta di fatto che dovetti chiedere un prestito per la ristrutturazione. La prima richiesta di 40 mila euro mi venne rifiutata, dovetti farne un’altra ma potevano solo darmene 20, così ancora una volta i genitori della Rebecca mi aiutarono vendendomi incontro 20 la banca e 20 loro.  A quel punto mi venne spontanea una domanda: “Ma se non ci fossero stati loro, io che fine avrei fatto?” Si da il fatto che a soli 23 anni mi trovai a dover pagare 54 mila euro, guadagnandone solo 1000 al mese e avendo rate mensili di 800 euro, escludendo le spese delle bollette, benzina, e viveri…. allucinante!  Questo mi buttò ancora più giù! 

Il lavoro proseguiva bene, finalmente una bella notizia, da determinato passai ad indeterminato almeno una cosa sembrava procedere nel verso giusto.
Quasi tutti i weekend io e Rebecca li passavamo a Milano da mio padre; stavamo recuperando il tempo perso in più mio padre si era innamorato di Rebecca. Lei col suo modo di fare era riuscita a rubare non solo il mio cuore ma anche il suo, lui stravedeva per lei e ogni volta che andavamo a trovarlo passava ore e ore a parlarle e mi diceva sempre di non farla soffrire perchè un’altra come lei non l’avrei mai trovata e lui mi avrebbe spaccato le gambe. Ero contentissimo di ciò perché mai nessuna ragazza era riuscita a fare questo effetto a mio padre, Rebecca era la ragazza giusta per me.

 Passò un altro anno, Natale tutti in famiglia, arrivando fino all’estate 2009, non era cambiato nulla; casa mia era un cantiere senza data di fine, io vivevo ancora da Giordano, Lucia e Rebecca e finalmente ci avvicinavamo alle vacanze estive… prenotazione Cervia, c’era Giulio che mi aspettava e sta volta avrei fatto per la prima volta le vacanze da solo con Rebecca, avrei potuto presentarla a Giulio. Non stavo più nella pelle!

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