lunedì 13 giugno 2022

 QUATTRO CHIACCHIERE CON... LUCA FOLEGANI

-intervista di Valentina Bottini-


1.      Presentati a 360°

«Sono Luca, un “ragazzo” che si sta apprestando ad entrare a tutti gli effetti nell’età adulta visti i miei 32 anni. Mi definisco un bustocco doc, visto che sono nato, cresciuto e sempre vissuto a Busto Arsizio, che è la città che amo, che tutti giorni mi impegno affinchè migliori e dove, assieme alla mia fidanzata Samantha, sto avviando un progetto di famiglia. Professionalmente sono un avvocato,  anche se recentemente ho preso la seconda laurea in economia. I miei hobbies, oltre ovviamente la passione per la politica sono seguire  le partite di calcio (tifoso di Milan e Pro Patria, la squadra della mia città), e fare sport (in particolare correre, giocare a tennis ed andare in palestra)».

2.      Cosa spinge un ragazzo trentenne a mettersi di nuovo in gioco e studiare per un'altra laurea?

«Mi sono recentemente laureato in economia perché ritengo possa darmi una formazione più completa per svolgere meglio la mia professione. In realtà mi ero iscritto anche per gioco perché volevo provare una nuova sfida».

3.       Quale significato assume per te questa laurea "bis"?

«Se devo essere sincero, significa che a 32 anni, penso e spero, di aver chiuso i libri di testo una volta per tutti. Anche se so benissimo che non si smette mai di imparare».

4.      Che bambino eri?

«Ero un bambino molto diverso da come sono diventato ora: ero introverso, molto insicuro e  con pochissimi amici. Poi crescendo sono cambiato e ho tirato fuori il carattere».

5.      Sei un grande tifoso della Pro Patria, la squadra calcistica della tua città. Anche da qui si evince il profondo legame con la tua città. Da dove nasce questo profondo legame?

«Questo legame nasce quando da bambino andavo al mare ed ero circondato da ragazzi milanesi, torinesi e genovesi. Busto è più piccola e meno conosciuta, però continuavo a dimostrare a loro che non avevamo nulla da invidiare. Poi crescendo ho capito che è vero, Busto A., è una bella città in cui vivere e che gli abitanti delle grandi città un po’ ci invidiano».

 6.       “Generazione ’90” è il tuo primo libro. Di cosa parla? Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro? 

«Ero arrivato a 30 anni e volevo raccontare come ho speso gli anni migliori della mia vita. Ho iniziato a fare militanza politica al liceo, dandomi tante soddisfazioni e formandomi come persona e quindi ci tenevo a raccontare le mie esperienze. Da lì ho partorito il mio libro».

 7.      Da dove nasce la passione  per la politica?

«Quando ero al liceo classico mi ero candidato alla consulta degli studenti. Poi da lì ho letto tanto, mi sono formato ideologicamente e adesso mi sto mettendo al lavoro per far sì che le idee diventino azione».

 8.      Perché un giovane sceglie di spendersi per la sua città mettendoci la faccia e di candidarsi alle elezioni comunali?

«Lo fa per amore. Fare politica è un atto d’amore, e quando ami qualcosa fai di tutto per metterci il massimo impegno. Da qui viene la voglia di mettersi in gioco e mettersi a disposizione dei cittadini».

 9.      Cosa significa per te fare il consigliere comunale?

«Significa essere un punto d’incontro tra l’amministrazione e i cittadini. Ogni giorno ascolto i problemi e le proposte dei cittadini e mi spendo per risolverli, quantomeno ci provo».

 10.  Quali sono i tuoi compiti in comune?

«Sono capogruppo in consiglio del mio partito, e poi sono presidente della commissione viabilità, sicurezza e lavori pubblici. Col mio gruppo consigliare abbiamo portato diverse proposte in consiglio comunale ed altre sicuramente le presenteremo nei mesi a seguire».


 11.  Cosa ti chiedono di solito i cittadini che rappresenti?

«I cittadini avanzano, per fortuna, richieste molto diverse. Dalla banale sistemazione di una buca sul manto stradale o la riparazione di un cartello distrutto, fino a tante proposte di progetti o iniziative utili alla cittadinanza».

12.  Raccontami un episodio simpatico/divertente/riflessivo/curioso/significativo della tua esperienza di consigliere.

«Abbiamo appena iniziato, te la racconterò alla fine dell’esperienza. Per ora ti posso raccontare che le prime volte quando accendevo il microfono mi emozionavo e spesso facevo gaffe. Trovo invece significativo pensare che ogni mio intervento od ogni mia azione incide sulla vita dei cittadini di Busto A.».

13.  Amicizia e politica, sono un binomio inconciliabile?

«Io ho avuto la fortuna di condividere con degli amici il percorso politico ed è stato un po’ il valore aggiunto del mio percorso, altri legami di amicizia li sto instaurando in questa esperienza consiliare. Tuttavia, e lo dico con dispiacere, spesso è difficile instaurare legami di amicizia solidi e sinceri in un ambiente come la politica: le ambizioni personali e l’arrivismo spesso creano situazioni di diffidenza».

14.  Quali progetti hai per il futuro? Quali i prossimi passi?

«A proposito di passi mi piacerebbe fare il cammino di Santiago, vorrei farlo prima di sposarmi. Vorrei poi diventare un buon padre e marito: ciò viene prima di ogni successo professionale».

15.  Se fossi un personaggio storico chi saresti?

«Mi piaceva tanto Federico II di Svevia per aver conciliato il mondo germanico con quello mediterraneo, il mondo cattolico con quello arabo. Aveva dato un’idea di Europa moderna, ovvero unita nel rispetto delle sue diversità, pur essendo nel 1200».

 16.  Tre aggettivi con cui gli altri ti definiscono?

«Penso, e spero, disponibile, corretto e un po’ smemorato».

 17.  Tre aggettivi con cui tu ti autodefinisci? Perché?

«Mi definisco una persona sincera, mi piace dire la verità e non illudere nessuno. Sono scherzoso, mi piace prendere la vita col sorriso. Infine direi apprensivo perché cerco sempre di dare il meglio ma spesso ho paura non sia abbastanza».

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