DA CENT’ANNI IL FASCINO DELLA RADIO CONTINUA…
di Valentina Bottini
Già alla fine dell’Ottocento
Guglielmo Marconi era impegnato in esperimenti sulla trasmissione di suoni a
distanze sempre maggiore e nella ricerca di finanziamenti per i suoi studi sulla trasmissione
telegrafica senza fili. Recatosi a Londra riesce a brevettare le sue
invenzioni tra cui, il 2 giugno 1896, il brevetto per la radio. Ma la paternità dell’invenzione venne
subito messa in dubbio poiché negli stessi anni altri studiosi stavano
lavorando alla trasmissione telegrafica senza fili, in particolare Nikola Tesla, inventore serbo di
nascita, ma cittadino statunitense: all’italiano nel 1911 venne attribuita la
paternità dell’invenzione dalla High Court britannica ma nel 1943 la Corte Suprema degli Stati Uniti diede la precedenza ai brevetti di Tesla, ma solo nel territorio USA.
Negli anni '20 si avvia l’ipotesi che
la radio possa essere uno strumento utile per comunicare notizie in modo
unidirezionale da uno verso quante più persone possibili indipendentemente
dalla loro vicinanza/lontananza: nasce la radio come mezzo di
comunicazione di massa.
La
radio, come la intendiamo oggi, nasce nel 1919 in America grazie a John Flaming
ed ottiene un largo consenso e una rapida diffusione seguendo un
modello “libero” affidato all'iniziativa privata. Il modello monopolistico,
affidato allo Stato e quindi gestito come servizio pubblico, si diffonde invece
nel vecchio continente dove
è l’Inghilterra a fare da traino, proprio qui nel 1922 viene
fondata la più antica radio del mondo tuttora esistente: la BBC.
In Italia già nel
1909 ci sono i primi tentativi di telefonia circolare ma solo nel 1923 iniziarono le
trasmissioni sperimentali della prima emittente italiana, il radio Araldo di Roma. Ma ancora non esistono emittenti pubbliche perchè
un decreto del regime fascista stabiliva che le radiocomunicazioni fossero
riservate allo Stato.
Durante il periodo fascista il centro radiofonico Roma Prato
Smeraldo si trasferì al nord Italia dando il via alle trasmissioni il 10 giugno 1944 come Radio Tevere. Le sale di
registrazione erano a Milano, i programmi venivano trasmessi via cavo alla
stazione trasmittente di Olgiate Olona e da
qui diffusi, mentre gli uffici amministrativi erano a Busto Arsizio. Il 25
aprile 1945 la Divisione Alto Milanese occupò gli uffici bustocchi e cambiò il
nome in Radio Alto Milanese;
alle 22:00 del 25 aprile questa radio fu la prima ad annunciare al mondo che l'Italia
era stata liberata. Il 4
maggio 1945, per ordine degli alleati, l'emittente diventò Radio Busto Arsizio e continuò la
sua attività fino al 23 maggio di quell'anno, quando venne chiusa sempre per
volere degli alleati.
Successivamente ci furono vari tentativi di costituire una
stazione radio alternativa a quella di Stato; solo dalla fine degli anni '70 in
Italia iniziarono a trasmettere diverse stazioni amatoriali attive durante
il fine settimana. Questa situazione si è poi legalizzata e la radio è
diventata un popolare contenitore accessibile a tutti. Negli ultimi trent’anni essa
è stata il “trampolino di lancio” per
molte persone diventate poi note sia in ambito televisivo sia musicale.
Anche oggi con la vastità dei mezzi di
comunicazione super-veloci e di immediata consultazione (come internet e
molteplici canali televisivi) la radio mantiene il suo fascino attirando un
gran numero di persone sia come ascoltatori sia come speaker. Negli ultimi anni
radio e web si sono uniti dando la possibilità a chiunque di creare una propria
frequenza comodamente dal divano di casa sua.
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